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13 maggio 2025, Aggiornato alle 16,46
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Infrastrutture

Ucina, nel 2014 la nautica potrebbe tornare a crescere

Recupero clamoroso sulle perdite del 2012. L'anno prossimo il contributo al Pil potrebbe salire sopra i due miliardi di euro


La nautica italiana potrebbe chiudere l'anno con una contrazione del fatturato globale introno al -4 e il -8% (pari  a 2,4 o 2,3 miliardi di euro). Sembra un paradosso, ma il dato costituisce un'ottima notizia. Il primo motivo è presto detto: la crisi non è passata, e in tempi così bui un dato che si avvicina allo 0 nel rapporto perdite-ricavi non può che suonare come una festa. L'altra ragione, forse la più importante, è che questa previsione segna un incredibile recupero sulle perdite del 2012 che segnarono un mostruoso -27%. 
Al 53^ Salone Nautico di Genova appena concluso è stata questa la bella notizia, arrivata nel corso dell'usuale analisi che Ucina-Confindustria nautica fa ogni anno sullo stato di salute del comparto. Un corpo malato ma tutto sommato in recupero, se non in convalescenza visto che il contributo al Prodotto Interno Lordo nel 2014, sulla base delle previsioni del Fondo Monetario Internazionale, dovrebbe tornare nuovamente sopra ai due miliardi, in crescita del 7%. Secondo Ucina questo dato è da leggersi alla luce del fatto che, essendo la nautica da diporto caratterizzata da un'elevata elasticità della domanda al variare del reddito, il contributo del comparto al Pil amplifica, in positivo e in negativo, l'andamento del PIL stesso. 
Passando all'occupazione, quest'anno il calo è del 5,5% rispetto all'anno precedente, pari a 19mila impiegati diretti nel settore. Stabile la quota superyacht in Italia dove il paese, grazie ad un know-how storico, gode di una leadership incontrastata sull'oligopolio orientale. Secondo l'orderbook pubblicato dalla rivista internazionale Show Boats International, l'Italia mantiene il primato con 272 ordini, il 39% del totale.