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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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Uiltrasporti contro il Registro navale comunitario: "Benefici fiscali a danno della logistica"

Per il sindacato, che si allinea alle criticità sottolineate da tempo dagli spedizionieri, il decreto creerà concorrenza sleale tra gli operatori di terra e di mare

(Jody Claborn/Flickr)

a cura di Paolo Bosso

«Continuiamo ad assistere a tentativi per scardinare l'equilibrio dei porti italiani e favorire sempre di più i player del trasporto marittimo internazionale, un'impostazione alla quale ora si aggiunge il tentativo di alterare il sistema della concorrenza in ambito logistico. Dopo la proroga delle tre alleanze in ambito marittimo che rappresentano la quasi totalità dei traffici, non possiamo accettare il rischio che queste abbiano condizioni diverse e più favorevoli a livello fiscale per i servizi che svolgono a terra rispetto alle società tradizioni della logistica». Lo ha detto il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, a proposito dell'ultima bozza di decreto legge in preparazione dal governo, Disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti e della mobilità sostenibile, che prevede l'estensione dei benefici fiscali oggi spettanti alle navi battenti bandiera italiana anche alle navi armate da imprese con stabile organizzazione sul territorio nazionale, che battano bandiera comunitaria o dello spazio economico europeo.

È una delle novità più importanti degli ultimi decenni per il Registro internazionale, nato nella sua forma attuale con la legge 30 del 1998. A giugno del 2020 la Commissione europa ha deciso di estendere i benefici del Registro italiano a tutte le navi battenti bandiera di un Paese membro dell'Unione europea. Il decreto governativo allo studio, quindi, serve ad allinearsi alla decisione comunitaria. Permetterà alle compagnie marittime una riduzione delle imposte anche ad entrate accessorie, al rimorchio, al dragaggio e alla locazione. «Il voler concedere i benefici anche al reddito determinato da attività diverse da quelle marittime significa mettere a rischio la concorrenza nel settore della logistica», secondo Tarlazzi.

I sindacati denunciano da tempo, insieme agli operatori logistici come gli spedizionieri, due pesi e due misure fiscali tra il trasporto marittimo e terrestre, tant'è che Fedespedi parla apertamente di oligopolio armatoriale. Secondo Bruxelles, invece, l'estensione del Registro a tutti gli stati membri evita le discriminazioni tra le compagnie di navigazione e i registri dei diversi paesi dello Spazio economico europeo (SEE), tutelando le norme del mercato interno in materia di libertà di stabilimento. «Ci batteremo - conclude Tarlazzi - contro questa norma che rischia di causare un enorme squilibrio con forti ripercussioni economiche, ma anche sul lavoro in un settore, come quello della logistica, strategico per la crescita del nostro Paese».

Grazie al regime del Registro internazionale, le compagnie che decidono di registrarsi sotto la bandiera italiana godono principalmente della riduzione dell'imposta sulle società, più altre agevolazioni. A seguito delle modifiche che l'Italia si è impegnata a introdurre, la speciale riduzione dell'imposta sulle società per le compagnie di navigazione sarà applicata a:

• entrate principali derivanti dalle attività di trasporto marittimo, come il trasporto merci e passeggeri;

• alcune entrate accessorie strettamente connesse alle attività di trasporto marittimo (con un limite massimo della metà dei ricavi di esercizio della nave);

• ricavi dal rimorchio e dal dragaggio, subordinatamente a determinate condizioni;

• locazione a scafo nudo e attività di noleggio a tempo e/o a viaggio, subordinatamente a una serie di condizioni.

Inoltre, la misura italiana, nella formulazione modificata e approvata in data odierna, prevede che, qualora una compagnia di navigazione intenda beneficiare del regime del Registro internazionale, almeno una gran parte della sua flotta batta bandiera di uno Stato membro dell'Ue o di un paese SEE.

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