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02 maggio 2024, Aggiornato alle 17,44
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Politiche marittime

Panama raddoppia, l'analisi degli assicuratori

Dalla fine del 2015 arriveranno navi da 12mila teu. Quanto aumenta il rischio? Parecchio, anche se con il nuovo canale diminuisce il trasbordo (e il rischio)


di Paolo Bosso 
 
Il 15 agosto il canale di Panama compirà cent'anni. Un secolo di vita per un'arteria che ha rivoluzionato il trasporto marittimo, rendendo accessibile il passaggio tra l'oceano Pacifico e l'Atlantico. Verso fine 2015 dovrebbero terminare i lavori di ampliamento, iniziati nel 2007 dopo il sì al 75,25% ad un referendum popolare (affluenza al 43,3%) ma in ritardo sulle previsioni visto che si sarebbero dovuti concludere in occasione del centenario (il canale è stato completato il 15 agosto 1914, ma aperto solo dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1920). 
Quando il nuovo canale sarà pronto, potrà accogliere navi molto più grandi. Attualmente non può far transitare unità portacontainer superiori ai 4.400 teu (un teu equivale a un container da 20 piedi), piccole navi se confrontate a quelle in circolazione per i viaggi transoceanici, non inferiori agli 8mila teu. Con il nuovo canale potranno transitare navi superiori ai 12mila teu, unità che si misurano anche sulla base dello stesso canale: vengono chiamate post-panamax (l'equivalente di una petroliera post-panamax è superiore alle 79mila tonnellate). Nel 2015, sempre se i lavori non avranno altri intoppi quali scioperi e frizioni sindacali com'è successo in passato, verrà inaugurata una terza serie di chiuse che permetteranno il passaggio delle navi post-panamax. Per il raddoppio vero e proprio della capacità di traffico però, che dalle 209 milioni di tonnellate annuali attuali (dati 2013) dovrebbe passare a 600 milioni, bisognerà aspettare il 2025. 
Si stima che ad oggi il canale di Panama rappresenti il 3 per cento (270 miliardi di dollari) del traffico marittimo mondiale (9 mila miliardi di dollari).

L'analisi degli assicuratori 
Canale più grande, navi più grandi, maggior carico per unità, maggiori rischi. Ogni carico è assicurato e il cambiamento delle dimensioni di traffico, con navi tre volte più grandi rispetto alle attuali, comporterà maggiori costi per gli assicuratori. Ne sono convinti i tedeschi di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) che hanno pubblicato uno studio sulla sicurezza della navigazione nel canale di Panama. Il rapporto dichiara che il valore delle merci assicurate che transitano nella zona del canale di Panama potrebbe aumentare di 1,25 miliardi di dollari una volta che il canale raddoppierà la sua capacità. 
Ogni anno navigano nel canale più di 12mila navi d'altura (unità capaci di navigare in mare aperto oltre le 20 miglia nautiche dalla costa, con una stazza minima superiore alle 10 tonnellate se a motore, alle 26 se a vela). Si stima che l'espansione consentirà il passaggio dalle 12 alle 14 navi in più al giorno, pari a circa 4.750 unità in più alla fine dell'anno, che si andranno ad aggiungere alle 13.660 navi passate nel canale nel 2013. Ovviamente questo surplus sarà costituito per la maggior parte da navi post-panamax. 

Il prezzo dell'assicurazione
Più traffico, più rischi, meno sicurezza. Ne sono convinti quelli di AGCS che avvertono come l'intensificazione del traffico e il passaggio di navi più grandi metteranno alla prova il miglioramento del livello di sicurezza del Canale di Panama, soprattutto nel primo periodo. «Il semplice aspetto quantitativo del carico trasportato implica che un grave incidente ha il potenziale di portare a una perdita considerevole e a un disastro di enormi proporzioni» riflette non senza allarmismo Rahul Khanna, Global Head of Marine Risk Consulting di Allianz. «Una post-Panamax a pieno carico di 12.600 teu- continua -ha una lunghezza pari a quattro campi da football con una larghezza massima fino a 49 metri. Da sola potrebbe avere un valore assicurato del carico di 250 milioni di dollari». 
Le navi post-Panamax possono dare origine a ingorghi nel canale, se non a blocchi, e Allianz è scettica riguardo la disponibilità sufficiente di esperti capaci di gestire navi di queste dimensioni in uno spazio quale quello di un canale artificiale. Le procedure operative dei porti dovranno essere revisionate per quanto riguarda il vento e i vincoli meteorologici. Un incidente o un ingorgo avrebbe ripercussioni sul traffico marittimo dei porti degli Stati Uniti, interrompendo o rallentando gli approdi delle navi. «Il livello di formazione offerto ai piloti sarà estremamente importante» secondo Khanna.

Il tasso di incidenti a Panama
Guardando le statistiche, però, il canale di Panama è tutto sommato sicuro: in dieci anni gli incidenti sono stati trenta, di cui solo due total loss (quando il valore della perdita e del recupero del bene eccede la copertura assicurativa, come nel caso della Costa Concordia dove il costo finale dell'operazione di recupero, circa un miliardo e mezzo di euro, è coperto solo per poco più di un terzo dagli assicuratori, ma un discorso analogo vale anche per le LNG e le portacontainer ancora più grandi). È un tasso pari a 1 su 4000 transiti, positivo se confrontato con altre principali vie d'acqua come il Canale di Suez (1 su 1100), il Canale di Kiel (1 su 830). Dal 2002 a Panama sono le portarinfuse quelle che riportano più incidenti (11), e sono quelle che transitano più spesso; seguono le navi da carico (9) e le navi container (9). Le cause più comuni degli incidenti sono il contatto con i muri (53) e le collisioni tra le navi (50), che rappresentano quasi il 60 per cento degli incidenti analizzati da AGCS. Il danneggiamento e le avarie ai macchinari occupano il terzo posto (41) nella classifica, rappresentando oltre il 20 per cento.

Dov'è il vantaggio assicurativo?
Ma qualche vantaggio questo canale agli assicuratori dovrebbe portarlo. Una nave più grande significa anche meno trasbordo, quindi meno carico e scarico, quindi meno rischi. Una rotta esclusivamente marittima estesa dall'Asia alla costa est degli States potrebbe portare a una riduzione del rischio in un'altra area. «Più si riesce a mantenere un container su una nave evitando di effettuare molteplici trasferimenti a bordo, sui treni per esempio, tanto meglio» afferma un ingegnere Allianz.