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10 maggio 2025, Aggiornato alle 07,48
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Infrastrutture

Napoli, per Conateco una tregua fragile

Azienda, lavoratori e sindacati avviano le contrattazioni. Si negozia sul contratto collettivo. Filt-Cgil: «Dobbiamo recuperare i rapporti»


di Paolo Bosso (da La Repubblica Napoli di oggi)
 
E' una tregua fragile quella emersa ieri dopo una settimana di proteste al terminal container Conateco di Napoli. In mattinata un accordo in prefettura tra azienda, sindacati e lavoratori aveva fatto sperare in un ripristino della normalità, con la fine dello sciopero e la sospensione da parte del terminalista dello sciagurato provvedimento che aveva scatenato il fermo, quello datato 22 luglio che stabiliva la sospensione immediata del ticket e del "bonus di presenza giornaliero". Un incontro successivo tra le parti avvenuto nel pomeriggio ha messo in chiaro come stanno le cose: è ancora tutto da negoziare. «Fondamentalmente vorremmo la ricostruzione di un rapporto a tre che in quest'ultimo periodo si è un po' logorato» commenta Emanuele Fernicola, responsabile Filt-Cgil Campania per il settore marittimo. I sindacati auspicano un accordo stabile entro la fine della prossima settimana, prima dei giorni di paga. C'è da decidere cosa togliere e cosa inserire tra ticket, straordinari, bonus, stipendi. Mettere mano al contratto collettivo insomma, altrimenti il tavolo appena aperto rischia di chiudere bruscamente, con i 450 lavoratori del terminal pronti a scendere nuovamente in strada. Conateco ha garantito che non ci sarà alcuna ritorsione per questi otto giorni di sciopero "selvaggio", un segno di apertura essenziale per mantenere aperte le trattative, che oggi nel pomeriggio proseguiranno con un nuovo incontro.
Il porto nel frattempo ha sofferto il blocco di un traffico che ha lasciato le banchine napoletane orfane di oltre diecimila contenitori, merce che non è andata del tutto persa visto che una buona parte è sbarcata ieri pomeriggio al porto di Salerno, ma che in ogni caso, secondo il presidente Assoagenti Andrea Mastellone,  «ha paralizzato una catena logistica che coinvolge non meno di ottomila persone, causando danni milionari» per le agenzie marittime, le aziende di spedizione e quelle di autotrasporto.