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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Il caro noli marittimi sta già influenzando ripresa e consumi

L'UNCTAD rileva che nei prossimi due anni i prezzi dei beni sono destinati a salire se la catena logistica continua ad essere così in affanno. A pagare, soprattutto i Paesi insulari e in via di sviluppo

(threephinSegui/Flickr)

a cura di Paolo Bosso

A commento del Review of Maritime Transport 2021, l'UNCTAD avverte che i prezzi al consumo globali aumenteranno in modo significativo nel prossimo anno finché la catena logistica continuerà ad avere interruzioni del flusso, congestioni dei porti e inefficienze dei terminal. Ma soprattutto finché i costi di trasporto in container (quindi il trasporto dei beni di consumo) continueranno a mantenersi molto cari, come da un anno a questa parte, per ragioni in parte riconducibili a quanto detto poc'anzi e in parte per un legittimato oligopolio armatoriale del settore

L'analisi dell'UNCTAD mostra che l'attuale aumento delle tariffe di trasporto dei container, se sostenuto, potrebbe aumentare i livelli dei prezzi delle importazioni globali dell'11 per cento e i livelli dei prezzi al consumo dell'1,5 per cento da qui al 2023. «L'attuale aumento dei noli avrà un profondo impatto sul commercio e minerà la ripresa socioeconomica, specialmente nei paesi in via di sviluppo», afferma il segretario generale dell'UNCTAD, Rebeca Grynspan. «Il ritorno alla normalità implicherebbe investimenti in nuove soluzioni, tra cui infrastrutture, tecnologia del trasporto merci e digitalizzazione».

Cosa ha innescato il picco delle tariffe e dei costi di trasporto?
La domanda di beni è aumentata nella seconda metà del 2020 e nel corso del 2021. È successo che i consumatori hanno speso i loro soldi in beni piuttosto che in servizi durante i lockdown. Il lavoro da casa, lo shopping online e l'aumento delle vendite di computer hanno creato una domanda senza precedenti sulle catene di approvvigionamento.

Questa grande oscillazione nei flussi commerciali containerizzati è stata provocata da diverse cose. I vincoli di capacità dal lato dell'offerta, tra cui la capacità di trasporto delle navi portacontainer; la carenza di container, la carenza di manodopera, le restrizioni continue per il COVID-19 nelle regioni portuali e la congestione nei porti.

Questa discrepanza tra l'aumento della domanda e la ridotta capacità di offerta ha poi portato ad un aumento delle tariffe di trasporto dei container su praticamente tutte le rotte commerciali. A giugno del 2020 il tasso spot dello Shanghai Containerized Freight Index sulla rotta Shanghai-Europa era inferiore a mille dollari per TEU. Alla fine dell'anno è balzato a circa 4 mila dollari e alla fine di luglio 2021 a 7,395 dollari per TEU. In un anno e mezzo il rincaro è stato del 600 per cento, quindi. Oltre a ciò, gli armatori hanno dovuto affrontare ritardi e sovrattasse e altri costi per garantire che i loro container venissero spostati.

Tutti sono colpiti, ma non allo stesso modo
L'impatto delle alte tariffe di nolo non sarà distribuito uniformemente, anche all'interno dell'Europa, e sarà generalmente maggiore nelle economie più piccole. Sarà maggiore nei piccoli stati insulari in via di sviluppo, che potrebbero vedere un aumento dei prezzi all'importazione del 24 per cento e dei prezzi al consumo del 7,5 per cento. Nei paesi meno sviluppati i livelli dei prezzi al consumo potrebbero aumentare del 2,2 per cento. Gli articoli a basso valore aggiunto prodotti nelle economie più piccole potrebbero subire una grave erosione dei loro vantaggi comparativi. Inoltre, abbondano le preoccupazioni per cui i costi di spedizione più elevati potrebbero pesare a tal punto su esportazioni e importazioni da minare la ripresa.

Il rapporto UNCTAD afferma che tassi elevati e sostenuti di trasporto stanno già influenzando le catene di approvvigionamento globali. L'Europa, per esempio, sta affrontando carenze di beni di consumo importati dall'Asia come mobili per la casa, biciclette, articoli sportivi e giocattoli.

Secondo il rapporto, un aumento delle tariffe di trasporto dei container si aggiungerà ai costi di produzione, il che potrà aumentare i prezzi al consumo e rallentare le economie nazionali, in particolare quelle insulari e dei paesi meno sviluppati, dove il consumo e la produzione dipendono fortemente dal commercio. Gli alti tassi avranno un impatto anche su articoli a basso valore aggiunto come mobili, tessuti, abbigliamento e prodotti in pelle, la cui produzione è spesso frammentata in economie a basso salario ben lontane dai principali mercati di consumo. Per quanto riguarda questi prodotti, l'UNCTAD prevede aumenti dei prezzi al consumo del 10,2 per cento.

L'analisi prevede inoltre un aumento del 9,4 per cento dei costi di produzione di gomma e plastica, del 7,5 per cento per i prodotti farmaceutici e delle apparecchiature elettriche, del 6,9 per cento degli autoveicoli e del 6,4 per cento per i macchinari e le attrezzature. 

I produttori negli Stati Uniti si affidano principalmente alle forniture industriali dalla Cina e da altre economie dell'Asia orientale, quindi le continue pressioni sui costi, le interruzioni e i ritardi nelle spedizioni containerizzate ostacoleranno la produzione.

Si prevede che un aumento del 10 per cento delle tariffe di trasporto dei container, insieme a interruzioni della catena di approvvigionamento, ridurrà la produzione industriale negli Stati Uniti e nell'area dell'euro di oltre l'uno per cento, mentre in Cina la produzione dovrebbe diminuire dello 0,2 per cento.

L'UNCTAD sottolinea che i costi di trasporto sono influenzati anche da fattori strutturali, tra cui la qualità dell'infrastruttura portuale, l'ambiente di facilitazione del commercio e la connettività marittima, e che esiste il potenziale per miglioramenti significativi.

In conclusione, l'UNCTAD esorta i paesi a prendere in considerazione un portafoglio di misure che abbracciano infrastrutture, servizi hardware e software. Migliorare la qualità delle infrastrutture portuali ridurrebbe i costi medi mondiali del trasporto marittimo del 4,1 per cento, mentre i costi sarebbero ridotti del 3,7 per cento da migliori misure di facilitazione del commercio e del 4,4 per cento da una migliore connettività dei servizi marittimi.

Infine, si invitano i governi a monitorare i mercati per garantire «un ambiente commerciale equo, trasparente e competitivo», raccomandando «una maggiore condivisione dei dati e una più forte collaborazione tra le parti interessate nella catena di approvvigionamento marittima».

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Tag: economia