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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Cultura

A bordo con la memoria: storie di marinai d'altri tempi

Momenti di vita sulle navi e nei porti d'Italia raccontati dal comandante Franconi

Corvetta "Ape", Marina Militare (Ph. Marcello Risolo)

di Claudio Franconi - DL Notizie

Oggi, camminando, mi sono ricordato di quella domenica mattina 10 giugno, Festa della Marina, ad Augusta: tutti gli equipaggi delle 12 Corvette della scuola Comando alla Santa Messa alle 10. Uscendo dalla Base Navale, usciti dalla cancellata d'ingresso, andando diritto si va in Arsenale ma girando immediatamente a destra c'è una rampa di strada ad "s" bella ripida che ti porta a livello della cittadina. In cima alla salita a destra c'è la chiesa.

Faceva già un caldo becco, e tutti gli equipaggi si sono avviati marciando uno dietro l'altro verso la chiesa. Io comandavo il mio equipaggio con l'aiuto di Capo Siluro (Capo Fucito) e "avanti marsch, un, due, passo" ecc. Già ancora nella Base Navale i Marinai hanno cominciato a fare battute e ridevano al che ho detto loro più volte "Silenzio!" fino a che "Se non la smettete vi faccio fare mezz'ora di marcia!" e quelli soprattutto durante la salita, hanno continuato a ridere e scherzare. Al che: "Ve l'ho promesso e marcerete". (mi viene da ridere perché più o meno avevamo tutti la stessa età e magari... un paio di risate alle loro battute le avrei fatte anch'io...). Finita la Messa si torna alla Base: entrando c'è il vialone diritto con alla sinistra il Comando e sulla destra, distanziata di una ventina di metri, c'è la banchina di ormeggio, collegata alla terraferma con dei "larghi ponti passerella" su palafitte in cemento.  

Bene, arrivati sul vialone gli equipaggi davanti a noi hanno cominciato "per fila destra" ad entrare nel primo "ponte" per arrivare poi alle rispettive unità. Io invece ho detto "Capo Fucito noi andiamo dritti": e così abbiamo marciato (ovviamente io con loro) per mezz'ora sotto il sole: chissà come mai c'era un silenzio perfetto! Vorrei precisare che i Marinai che ho incontrato per caso, una volta in congedo, mi hanno tutti abbracciato chiamandomi con l'urlo "Sig. Franconi!" perché io magari non li avevo visti... uno ad esempio in Puglia durante una vacanza, mi ero fermato a fare benzina, sento l'urlo "Sig. Franconi!" era un radiotelegrafista che era sceso da un furgone... cosa che ovviamente mi ha fatto molto piacere.

Un altro era Capo Marri, il Sottufficiale ecogoniometrista con il quale tanta caccia antisom ho fatto (ero il responsabile della COC, Centrale Operativa di Combattimento della Corvetta, Danaide prima ed Ape dopo: lui stava all'ecogoniometro che, ovviamente, sentivo anch'io ed io stavo ad un apposito strumento, che farebbe ridere gli odierni miei colleghi che usano strumenti all'avanguardia che danno loro tutto già fatto e calcolato, con l'ausilio del quale calcolavo il punto futuro per dare l'ordine di attacco con le bombe di profondità. Ovviamente non usavamo le bombe bensì Capo Marri al mio ordine mandava un segnale particolare con l'ecogoniometro che sostituiva il lancio delle bombe ed il sommergibile se di giorno, udendo il segnale, emetteva un fumogeno e, se di notte, accendeva una lampada.

Ricordo che di notte, dato l'ordine di lancio, correvo fuori sull'aletta della COC e vedevo accendersi dalle profondità quella luce e sentivo un "groppo" allo stomaco: in quel momento, se in guerra, avrei ucciso almeno 70 marinai... d'altra parte, se in guerra, o noi o loro...): mi avevano richiamato in servizio per essere poi promosso Tenente di vascello ed ero a La Spezia per la visita medica quando sento un urlo "Sig. Franconi! Non può essere che lei! Un naso così è unico in Marina"! (ho il naso "un po'" aquilino...). Un altro ancora, mi pare si chiamasse Donnarumma, ho scoperto che faceva l'ormeggiatore a Napoli. Io ero 3° Ufficiale di Coperta sul Galileo Ferraris (magnifica nave della Italia Navigazione, ex francese (erano tre gemelle: Ferraris, Galilei e Pacinotti) e comandavo il posto di manovra di prua.

Arriviamo in una giornata piovosa a Napoli e, avvicinandosi alla banchina, il nostro marinaio lancia il "pugno di scimmia" con attaccata la sagola a sua volta legata al cavo d'ormeggio. Io, affacciato per dirigere la manovra lo vedo e gli grido "Ehi, Donnarumma, ma questo non è il Paese del sole? Tutte le volte che vengo a Napoli piove sempre". E lui, con la gassa del cavo in mano: "Sig. Franconi! Che bello! ma no... qui non piove mai". E stava incantato a guardarmi. "Dài Donnarumma, scherzavo, metti la gassa nella bitta!" Poi è salito a bordo e ci siamo abbracciati: era uno dei miei radaristi.

Ricordi di gioventù
Circa 18 anni fa abbiamo fatto il penultimo incontro di Compagni di Corso in Accademia Navale a Catania. Io sono arrivato diversi giorni prima per fare un giro della Sicilia ma, soprattutto, per tornare ad Augusta. Grazie al mio abbigliamento serioso nonostante il solito caldo feroce ed alla mia tessera Anmi, mi hanno fatto entrare alla Base Navale e ho ripercorso con il cuore, non so come dire, non angosciato... mi capite... i ricordi. Ho ripercorso quella banchina che innumerevoli volte avevo calcato e sono arrivato fino alla poppa della Squadriglia della Scuola Comando lì ormeggiata: ai miei tempi erano 12 corvette, quella mattina erano 4 corvette gemelle, delle quali una era il Danaide, ma non il Danaide di mio Papà e mio, bensì il nuovo (erano quattro corvette che ho visto pochissimo, cedute poi a Marine estere), non sono salito a bordo perché in quel momento non mi interessava. Mia moglie mi aspettava fuori e, quando sono uscito dalla Base, ho ripercorso assieme a lei la famosa strada in salita. 

Sono arrivato alla chiesa dove tante volte ero andato con i miei Marinai: chiusa e in abbandono, la piazzetta tutta piena di erbacce ed un cartello: "chiusa causa danni da terremoto": da allora non l'avevano riparata. Non potete immaginare la malinconia di quello spettacolo. Forse non bisognerebbe mai tornare nei posti dove si è stati da giovani. Mi dispiace la conclusione sia piuttosto triste, per lo meno lo è stata per me: rivedo quella chiesa com'era, piena di gioventù in divisa e com'è oggi, abbandonata con tutte quelle erbacce... Terribile!
 

Tag: storia - navi