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08 ottobre 2025, Aggiornato alle 14,35
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Polistirolo nel settore ittico, la battaglia di Marevivo per ridurlo

Con "Bluefishers" la Fondazione ambientalista punta a ridurre questa grave forma di inquinamento marino e sollecita il governo ad intervenire al più presto


Nel comparto ittico, l'Italia detiene purtroppo un triste primato a livello europeo: è il Paese con il più alto consumo di polistirene espanso (EPS), tra i rifiuti più diffusi in maree lungo le coste a causa della facile dispersione, della sua fragilità e del ridotto livello di riciclo. Ogni anno, la flotta italiana utilizza circa 14.000 tonnellate di polistirolo espanso, che corrispondono a quasi 50 milioni di cassette monouso impiegate per il trasporto e la commercializzazione del pescato. A mettere in evidenza il problema, che colpisce non solo l'ecosistema marino, ma anche la salute dell'uomo, è Fondazione Marevivo con "Bluefishers", una campagna nazionale che ha l'obiettivo di ridurre il numero di cassette in polistirolo sostituendole con cassette riutilizzabili.

L'iniziativa, avviata per la prima volta nel 2023 a Viareggio cerca di affrontare concretamente una criticità sottovalutata dal nostro Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, nonostante le numerose richieste d'intervento avanzate da Marevivo. L'obiettivo, dunque, è sensibilizzare i decisori politici e l'opinione pubblica sull'urgenza di eliminare gradualmente l'uso delle cassette in EPS nel settore ittico, coinvolgendo i diretti interessati, ovvero i pescatori, affinché vengano adottati comportamenti sostenibili.

A Marina di Carrara 15 pescatori della Cooperativa Alta Marea, grazie al contributo della Tuscany Environment Foundation- che sostiene la campagna sin dal suo lancio – hanno ricevuto più di 500cassette in polipropilene e potranno dismettere quelle in polistirolo. La consegna ufficiale si è svolta questa mattina presso la Sala conferenze dell'Ufficio Territoriale dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar ligure Orientale, che ha ospitato l'evento e accolto i partecipanti, tra cui Marina Gridelli, Responsabile Delegazione Marevivo Toscana, e Laura Lo Presti, Direttore Esecutivo Tuscany Environment Foundation. Fino ad oggi in Toscana hanno aderito 120 pescatori della piccola pesca artigianale, che ormai utilizzano solo le oltre 3200 cassette riutilizzabili.

I frammenti delle cassette in EPS, una volta dispersi in mare, anche accidentalmente, si degradano in microplastiche che danneggiano gravemente le specie e gli habitat marini ed entrano nella catena alimentare con il rischio di arrivare all'uomo attraverso il consumo di pesce. Una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università Politecnica delle Marche ha evidenziato come, tra le plastiche analizzate, l'EPS sia il polimero che più facilmente di altri assorbe e trasporta contaminanti metallici con potenziali ripercussioni sulla salute umana.