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25 aprile 2024, Aggiornato alle 12,04
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Politiche marittime

Tasse ai porti, l'Italia farà ricorso alla Corte di giustizia europea

Il governo impugna la decisione della Commissione europea di abolire l'esenzione all'imposta per le attività economiche delle autorità di sistema portuale

(calship.it)

Il governo italiano farà ricorso alla Corte di Giustizia dell'Unione europea contro la decisione della Commissione europea di far applicare all'Italia la fiscalità sugli incassi delle autorità di sistema portuali italiane (una decisione applicata anche ad altri stati membri nel corso degli ultimi anni).

Nello specifico, la richiesta dell'Ue è di far abolire all'Italia l'esenzione all'imposta sulle imprese concessa ai porti per i profitti ricavati dalle attività economiche delle autorità di sistema portuale. Le imprese, in questo caso, sarebbero i porti che - dal punto di vista della Commissione Ue - sono considerate imprese per via dei profitti ricavati, per esempio, dai canoni di concessione demaniale, pur essendo giuridicamente enti pubblici che non fanno profitto, cioè non economici. «Abbiamo deciso che faremo ricorso alla Corte europea contro la decisione di Bruxelles sulle tasse ai porti italiani», ha detto al ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, nel corso di un dibattito pubblico tenutosi a Genova. «Immaginiamo – ha continuato De Micheli - il prossimo decennio come quello del salto di qualità della portualità italiana nella competizione con i grandi porti del Nord e questa volontà del governo non è passata tanto in sordina in Europa. Non è un caso che siano arrivati segnali poco amichevoli, come la vicenda legata alla fiscalità delle autorità portuali». 

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Si sceglie la linea dura, quindi, quella portata avanti fin da subito dai sindacati. Secondo Debora Serrachiani (PD), ex governatrice del Friuli Venezia-Giulia e presidente della Commissione Lavoro della Camera, la decisione della Corte di Giustizia Ue sarà decisiva per il futuro dei porti italiani. «Essere considerati enti economici dall'UE con le relative tassazioni sarebbe una penalizzazione assurda da subire, in generale per gli scali italiani e in particolare per porti come Trieste e Genova inclusi esplicitamente nel Recovery, su cui il sistema Paese punta per il rilancio. Alzare il pressing politico sulle autorità europee attraverso tutti i canali, era un'esigenza che avevo espresso esattamente due anni fa e che oggi considero ancora più necessaria».

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