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20 aprile 2024, Aggiornato alle 11,43
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Tasse ai porti italiani, i sindacati: "Ricorrere alla Corte Ue"

Per Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti c'è una differenza sostanziale tra l'assetto portuale italiano e quello belga, francese, olandese e spagnolo

L'esterno della Corte di giustizia dell'Unione europea, a Strasburgo

L'attuale assetto portuale in Italia va salvaguardato e, se necessario, si dovrebbe ricorrere alla Corte di giustizia europea per difendere un sistema «sano e trasparente». Lo scrivono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in un comunicato congiunto, commentando la decisione della Commissione Ue di dare all'Italia un anno di tempo per trovare il modo di tassare le sue Autorità di sistema portuale, enti pubblici non economici.

«La differenza tra le nostre Adsp e quella dei paesi sui quali è già intervenuta la Ue», spiegano i sindacati riferendosi ad altri Paesi che hanno dovuto fare negli ultimi anni dei correttivi al proprio sistema fiscale portuale (Belgio, Francia, Olanda e Spagna), «è sostanziale, lì c'è la gestione diretta delle aree portuali e nel contempo sono loro stessi prestatori di servizi portuali a pagamento oltre a negoziare direttamente il corrispettivo».

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Per i sindacati i porti non sono equiparabili a imprese, sono enti pubblici, e i canoni demaniali non posso essere considerati utili, né quindi essere tassati. Non operano a fini di lucro e non operano sul mercato in regime di concorrenza «ma svolgono funzioni di affidamento e controllo» sui servizi portuali.
 

La decisione della Commissione Ue sull'Italia genera «forte la preoccupazione per la tenuta del nostro sistema portuale, considerando la sua evidente strategicità nazionale oltre al conseguente stravolgimento della legge 84/94 che ne regola il contesto». «Si deve individuare – continuano le tre sigle sindacali – una soluzione volta a salvaguardare l'attuale sistema e, se fosse necessario, si deve ricorrere alla Corte di Giustizia dell'Ue perchè il nostro sistema è sano e trasparente, non si configura alcuna concorrenza sleale e merita il giusto e dovuto rispetto».

La decisione della Commissione Ue ha lo scopo di uniformare il sistema di tassazione portuale dei Paesi membri, in modo da limitare la competizione interna e rendere più competitiva la portualità europea sul mercato.

Secondo Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti la politica, con i vari governi che si sono succeduti negli anni, non si è impegnata abbastanza a «difendere le sostanziali differenze tra i nostri porti e quelli degli altri paesi Ue, mettendo in forte discussione la natura giuridica del nostro sistema di governance nonchè la tenuta degli investimenti in una infrastruttura di interesse pubblico».

Tag: tasse - bruxelles - porti