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17 ottobre 2025, Aggiornato alle 10,26
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Autoproduzione, il Tar Salerno dà ragione a Cartour (C&T)

Preoccupazione espressa dalla Filt Cgil per "un simile cambio di orientamento da parte del Tribunale amministrativo, soprattutto alla luce delle numerose pronunce precedenti"


Suscitando una dura reazione da parte della Filt Cgil, il Tribunale amministrativo di Salerno ha accolto un ricorso di Cartour (società di Caronte&Tourist che opera il collegamento ro-ro fra il porto campano e Messina) contro il diniego dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale alla richiesta di autorizzazione a svolgere sulle proprie navi attività di rizzaggio e derizzaggio con personale di bordo e "due dipendenti assunti a tempo parziale". Un'istanza cioè di autorizzazione a svolgere operazioni portuali (ex c. 3 dell'art.16 della legge portuale) e non ad autoprodursele (ex comma 4 bis). 

Pur riservandosi gli approfondimenti giuridici del caso, il Tar Salerno motiva la sua decisione rifacendosi alla sentenza Siderurgica Gabrielli del 1991 (quella che diede la stura all'elaborazione della legge portuale vigente nel 1994), in base alla quale, spiega il Tar, "la Corte di Giustizia dell'Unione Europea impedisce, dunque, la imposizione a una qualsiasi impresa del settore marittimo dell'obbligo di servirsi, per l'esecuzione delle operazioni portuali, di maestranze esclusivamente locali. In linea di principio, dunque, un'impresa di trasporto marittimo dovrebbe essere autorizzata, in mancanza di ragioni prevalenti di interesse pubblico, a svolgere tali operazioni mediante maestranze proprie".

La Filt Cgil nazionale e la Filt Cgil Campania hanno manifestato sorpresa e preoccupazione per la sentenza, spiegando che "un simile cambio di orientamento da parte del Tar, soprattutto alla luce delle numerose pronunce precedenti, sia a Salerno che a Napoli, che hanno costantemente respinto la possibilità dell'autoproduzione portuale, in assenza dei rigidi presupposti previsti dalla legge 84/94. Queste decisioni - rilevano le due organizzazioni sindacali - appaiono ancor più incomprensibili alla luce dell'entrata in vigore del decreto legislativo 199/2023, cosiddetto decreto Gariglio, che è intervenuto proprio per chiarire, normare e restringere il ricorso all'autoproduzione nei porti, solo in presenza di specifici requisiti, tra cui l'impossibilità di affidare le operazioni portuali ad imprese portuali o a fornitore di manodopera temporanea ex articolo 17, legge 84/94, peraltro in coerenza con le normative comunitarie e internazionali".