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01 agosto 2025, Aggiornato alle 15,13
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Politiche marittime

Quote rosa per la presidenza dei porti: la proposta di Wista italy

Tra le 14 (su 16) nomine per la presidenza delle autorità di sistema portuale italiane non figura neanche una donna. Musso: "Le quote rosa non piacciono ma sono innegabilmente un acceleratore"

Costanza Musso, presidente di Wista italy

"La tornata di nomine di questi giorni alla presidenza di 14 delle 16 Autorità Portuali, nonostante numerose e qualificate candidature femminili, non vede al momento donne scelte per queste posizioni di comando". Così Costanza Musso, presidente di Wista Italy, associazione che promuove e incentiva la rappresentanza femminile nel mondo marittimo, commenta le recenti tornate di nomine governative per il rinnovo delle autorità di sistema portuale italiane.

Lanciando un appello al governo in una lettera aperta, Musso, che è anche amministratrice delegata del gruppo Grendi, chiede di "cambiare le regole per accelerare questo cambiamento". "Quote rosa anche nei porti italiani, cioè misure volte a garantire una rappresentanza minima delle donne attraverso obblighi di percentuale o posti riservati, in modo da mettere a sistema un nuovo paradigma culturale. A noi le quote rosa non piacciono ma sono innegabilmente un acceleratore importante basti pensare che nelle aziende di grande dimensione, dove sono state adottate come obbligo di legge, hanno portato la componente femminile nei CdA dal 7 per cento al 44 per cento in 10 anni e a risultati aziendali migliori misurati in modo tangibile. È un appello che rivolgiamo alla Presidente del Consiglio, al Ministro Salvini, al Governo, alle commissioni preposte  e alle Regioni competenti: bisogna cambiare rotta!"

"Niente di nuovo nel settore dello shipping - continua Musso - che ha un risicato 6 per cento di presenza femminile ma trova nelle Autorità Portuali una situazione di eccellenza dove la presenza femminile pesa per il 46 per cento, pari a circa 700 unità, con il 47 per cento di donne quadri e il 31 per cento di dirigenti".

Musso sottolinea come negli ultimi trent'anni la governance portuale italiana (il cui assetto risale al 1994, con una riforma risalente al 2016) abbia avuto "solo 2 donne presidenti e 6 segretari a fronte di circa 300 nomine complessive. Si può fare di più e lo abbiamo chiesto in modo accorato quando, a marzo,  siamo andate a presentare, a Montecitorio, ospiti del Presidente della Commissione Trasporti, Salvatore Deidda, il libro per il trentennale di Wista Italy "Donne sul Ponte di Comando".

Le nomine dei vertici delle autorità di sistema portuale, secondo Musso, hanno anche un valore simbolico: "escludere le donne dai vertici delle autorità portuali consolida stereotipi e barriere culturali che da decenni Wista Italy, l'associazione delle donne dello shipping che oggi presiedo, combatte".

"Perché - continua la presidente di Wista Italy - qui le competenze ci sono eccome, come dimostrano i dati, e c'è anche la voglia di fare la nostra parte e metterci in gioco per contribuire alla crescita del settore dei porti anche con un'impostazione complementare a quella maschile. Ci auguriamo di essere smentite con le ultime nomine ai vertici delle Autorità Portuali attese nei prossimi giorni perché l'assenza totale di donne a capo delle autorità portuali non è solo un problema di parità di genere: è un problema di crescita e sviluppo del settore. Le competenze oggi non hanno genere ed escludere metà della popolazione dai luoghi decisionali ha un impatto negativo sulla qualità stessa delle istituzioni e priva il paese di risorse fondamentali per la crescita".

Nonostante questa scarsa presenza femminile nella dirigenza delle autorità di sistema portuale, Musso però sottolinea come negli ultimi anni sia aumentata. "Negli ultimi anni si sono fatti passi avanti per promuovere l'inclusione e l'uguaglianza tra uomini e donne nel settore portuale. I dati delle Autorità lo dimostrano. Molte aziende e istituzioni stanno adottando politiche per favorire la partecipazione femminile, come programmi di formazione dedicati, iniziative di mentoring e misure per garantire pari opportunità di carriera. Introduzione di protocolli volti a mettere a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori un ambiente in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali basate su uguaglianza e reciproca correttezza, anche attraverso forme di collaborazione per il superamento di eventuali situazioni discriminatorie di genere, individuali e collettive. Ma tutto questo non basta. Evidentemente permane il tetto di cristallo che impedisce alle donne di accedere a ruoli di leadership. Promuovere la parità di genere nei porti italiani significa lavorare insieme per creare un ambiente più equo, inclusivo e rappresentativo di tutte le persone che contribuiscono al settore con l'obiettivo di non pregiudicare il curriculum di nessuno, puntando invece sull'efficienza di ruolo".

Tag: nomine