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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Logistica

Prossima sfida, la logistica dei vaccini. Il nodo è tra centro e periferia

L'Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti e farmaci ha analizzato le criticità: produzione, trasporto, stoccaggio, geografia della popolazione italiana. Fondamentale saranno i presidi medici nelle periferie interne


Si è svolta lunedì 30 novembre in teleconferenza la prima riunione del Tavolo di Lavoro sulla logistica dei vaccini Covid-19, promosso dall'Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti e farmaci (OITAf), a supporto della più grande operazione sociale mai affrontata in Italia.

I lavori, per loro natura interdisciplinare, hanno preso in considerazione una miriade di aspetti. La logistica del farmaco, il trasporto, lo stoccaggio a temperatura controllata, la geografia delle popolazioni e dei servizi, la medicina preventiva e sanità pubblica, la medicina territoriale. È emersa un'analisi operativa dei processi e delle catene di fornitura, di sicurezza fisica e cyber della catena logistica e di gestione, di sistemi telematici e informatici.

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«Siamo di fronte ad una grande sfida, quella di una campagna vaccinale di dimensioni fino ad oggi sconosciute, per numero di persone coinvolte e per tempistica», ha detto Clara Ricozzi, presidente di OITAf. «Promuoviamo questo tavolo di lavoro – continua - per valutare ed identificare i modelli di distribuzione più efficaci che garantiscano l'arrivo del vaccino ad ogni singolo cittadino. Prima di Natale le raccomandazioni di scelta e ottimizzazione saranno pronte e a disposizione dei decisori politici. Già nella prossima riunione, prevista nella settimana del 7 dicembre, ne avremo una prima bozza».  

Distribuire vaccini a 60 milioni di italiani è una cosa mai fatta prima. L'OITAf sottolinea la natura molto variegata delle concentrazioni di popolazione, in particolare nelle periferie interne (definizione Ue), che avranno meno presidi medici rispetto al centro. Le prime dosi prodotte da Pfizer e BioNtech avranno bisogno di personale addestrato e di presidi medici d'emergenza. Somministrare un vaccino con potenziali effetti collaterali immediati non è uguale all'effettuazione di un tampone. 

C'è una sfida logistica senza precedenti e una gestione amministrativa enorme, dalla prenotazione alla somministrazione fino al richiamo. Secondo gli esperti il modello di distribuzione italiano non è sufficientemente adeguato perché non tiene conto del numero effettivo di somministrazioni eda fare e considera lotti minimi molto grandi con multipli di mille dosi. Inoltre, c'è una profonda differenza tra le catene di approvvigionamento dei diversi vaccini, a seconda di come vanno crio-conservati, se tra i -2 e i -8 gradi celsius o fino a -80. Assoporti ha recentemente assicurato che la catena del freddo nei porti non avrà particolari problemi.