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03 maggio 2024, Aggiornato alle 13,33
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Politiche marittime

Porto di Napoli temporeggia. In attesa del presidente

Si nominano commissioni su dragaggi e servizi. Si lavora "tutti insieme". La verità è che senza presidente lo scalo non può muovere un dito


di Paolo Bosso 
 
La prima riunione del Comitato portuale del nuovo commissario Antonio Basile, tenutasi ieri, riparte dall'eredità del predecessore Francesco Karrer. Un paio di commissioni per monitorare dragaggi, costi dei servizi e concessioni, l'avvio delle contrattazioni sindacali per gli oltre 500 lavoratori dei terminal container a cui stanno per scadere gli ammortizzatori sociali. Infine, con l'arrivo dell'estate, il rinforzo dei servizi dei traghetti del golfo e verso le isole del Sud Italia. Il commissario Basile, direttore marittimo della Campania, da buon militare, snocciola serietà e ottimismo. «Lavoreremo tutti insieme per superare gli ostacoli». 

Questa è la realtà. La verità però è che si temporeggia in attesa delle elezioni regionali, che con l'insediamento del nuovo governatore della Campania permetteranno di procedere con la nomina del presidente dell'Autorità portuale, un ente di controllo e gestione del ministero dei Trasporti, non della Marina Mercantile. Soltanto un presidente può affrontare la giungla burocratica dei dragaggi, negoziare col governo, riformulare i costi dei servizi portuali (tra i più cari del Meridione), attirare e gestire gli investimenti per la zona est. Non si può governare un porto senza il potere che solo un presidente ha, di andare a Roma, nella stanza del ministro Delrio, in Parlamento, e negoziare quello di cui si ha bisogno. Il commissario amministra, contiene, aggiusta. Il presidente governa, investe, programma. Lo sappiamo tutti.

Napoli, in due anni di commissariamento e quattro commissari, ha perso un terzo del traffico container e non è riuscito a sbloccare l'eterna questione del molo San Vincenzo, una banchina borbonica inutilizzata di oltre due chilometri che farebbe moltiplicare crociere, turismo e attività commerciali. 

Cosa resta da fare al commissario Basile con i suoi sei mesi di mandato? Lasciar stare commissioni di controllo, tavoli - che, parafrasando una battuta del comandante delle Capitanerie di porto Felicio Angrisano, «ci fanno belli solo agli occhi di Ikea» - e occuparsi piuttosto della miriade di bandi lanciati finora da Autorità portuale e Regione Campania. Trasformare per lo meno una delle cinque gare lanciate negli ultimi sette mesi in cantiere, concretizzare qualcosa del "Grande progetto" di cui si parla da anni e che si assottiglia sempre più. 

Le carte dell'assessore ai Lavori Pubblici Edoardo Cosenza sono ricche di cifre. A ottobre è stata lanciata la prima coppia di gare per rifare le fogne (22 milioni), ristrutturare strade e tracciati ferroviari (31,6). Nella prima metà di marzo due bandi per la bonifica degli ordigni della seconda guerra mondiale (5) e per il recupero archeologico sommerso (2). Infine, circa una settimana fa, il quinto bando per un cantiere di restauro degli oggetti recuperati sui fondali (6). A breve verrà lanciato il sesto, per la messa in sicurezza della darsena della Marinella (12). 
 
La lista dei bandi da lanciare termina con l'opera più costosa, i dragaggi: 45,6 milioni. Un intervento fondamentale per far entrare navi moderne, più grandi, capaci di incrementare notevolmente il traffico. Certo mancano infrastrutture adeguate a terra per sostenere questi approdi (vedi darsena di Levante e Duca d'Aosta), ma perlomeno Napoli avrà fondali che si rispettano. Ma tutto questo, se mai si riuscirà a fare, potrà ottenerlo solo un presidente.
 
Nella foto, Max Pezzali in concerto (via