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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Porto di Gioia Tauro, 400 lavoratori di nuovo in esubero

Medcenter Container Terminal replica il piano di licenziamenti già avviato a giugno 2017 ma annullato dal giudice. Uno scalo commissariato che non investe più

Il porto di Gioia Tauro

400 lavoratori in esubero, prima licenziati e indirizzati nell'agenzia del lavoro portuale, poi reintegrati gradualmente in azienda su decisione del tribunale di Palmi, infine di nuovo licenziati, perché restano sempre in esubero. Succede al porto di Gioia Tauro, dove il Medcenter Container Terminal ha confermato martedì, in una riunione alla prefettura di Reggio Calabria, la replica di un piano avviato a giugno 2017. I lavoratori sono quasi un terzo dei complessivi 1,300 dipendenti del polo di trasbordo gestito da Contship Italia.

Tutto è ricominciato la settimana scorsa, quando, in un incontro con i sindacati, Medcenter ha annunciato l'intenzione di licenziare nuovamente i 400 lavoratori in esubero reintegrati. Il porto è in calo costante, anche nel 2018, anno iniziato con il sorpasso di Genova. Per le associazioni di categoria ci sono «le responsabilità di un'azienda che non ha mantenuto gli impegni sugli investimenti, che non ha attratto nuovi volumi per garantire l'occupazione di tutto il personale». Il terminalista chiede a sua volta investimenti anche da parte dell'unico armatore che approda lì, il gruppo Msc di Gianluigi Aponte. Per Medcenter c'è, alla base, la necessità, ormai da diversi anni, di alleggerire un personale sempre più superfluo in un porto da 2,3 milioni di teu di traffico annuale - un milione meno di Malta Freeport - che stenta a sviluppare e creare nuove infrastrutture, più di tutte il potenziamento delle manovre ferroviarie e la realizzazione di un bacino di carenaggio.

In una nota congiunta, le Rsa e le segreterie territoriali di Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl Mare e Coordinamento portuali Sul chiedono al governo di intervenire. «Il 18 dicembre – spiegano - il ministro Toninelli è venuto a Gioia Tauro per rassicurare i lavoratori e i calabresi sugli investimenti pubblici e privati per il porto di Gioia Tauro. L'accordo di programma quadro firmato nel 2016 prevedeva infatti oltre all'agenzia per la ricollocazione dei lavoratori dichiarati in esubero anche consistenti investimenti da parte di Msc e Contship e investimenti pubblici per la realizzazione del gateway ferroviario e del bacino di carenaggio. Oggi, a due mesi da quell'incontro le organizzazioni sindacali non hanno ancora avuto la possibilità di sapere come procede la discussione fra MSC e Contship e quali interventi strutturali ha deciso di fare il governo il cui disimpegno su Gioia è ormai eloquente».

I sindacati si riferiscono a un piano avviato a luglio del 2016 che prevede la realizzazione di un bacino di carenaggio per la manutenzione delle portacontainer, in concorrenza con Malta, Tuzla e Izmir in Turchia. La Regione Calabria stanziò per il progetto circa 40 milioni a cui si sommano altre risorse statali per un totale di 75 milioni in tre anni. Poi ci sono gli investimenti in programma per potenziale le ferrovie, il collegamento con il porto di Taranto e una serie di accordi quadro per incrementare il cargo. Infine la possibilità di realizzare una Zona economica speciale. Tutto rimasto sulla carta. E il porto è ancora, a più di due anni dalla riforma dei porti, l'unico ancora commissariato.

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immagine in apertura: Antonio Riefolo