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04 ottobre 2024, Aggiornato alle 15,38
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Politiche marittime

Porti europei, Espo: "Servono 80 miliardi di investimenti al 2034"

In vista delle elezioni europee, l'associazione europea dei porti elenca tutto quello che c'è da fare nei prossimi dieci anni: attuazione norme, emissioni, digitale e urbanistica

(Pom'/Flickr)

Energie rinnovabili, mercato di accesso equo, informatizzazione, ma soprattutto non meno di 80 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni per attuarli tutti. In vista delle imminenti elezioni europee, che si terranno dal 6 al 9 giugno prossimi, l'European Sea Ports Organization (ESPO) fissa in un quasi decalogo le priorità dei porti europei per i prossimi anni.

Intitolato "Un'Europa a zero emissioni nette, intelligente, resiliente e competitiva: i porti europei sono parte della soluzione", il memorandum di ESPO delinea nove priorità. «Il mondo è in transizione, i porti sono in transizione. Oggi più che mai, i porti sono entità strategiche e facilitatori delle ambizioni dell'Europa e del suo futuro sostenibile, digitale, competitivo, forte e sociale. I porti vogliono essere parte della soluzione e stanno assumendo nuove responsabilità in aggiunta al loro ruolo tradizionale di hub multimodale nella catena di approvvigionamento», si legge in una nota di ESPO. Vediamo di cosa si tratta.

1. Focus sull'attuazione: i porti europei chiedono ai politici di fornire chiarezza e sostegno ai porti per garantire l'effettiva attuazione delle normative esistenti. In questo contesto, dovrebbero essere affrontate le incoerenze o le politiche contrastanti.

2. Dare ai porti lo spazio per assumere il loro ruolo di facilitatori delle energie rinnovabili. La transizione energetica richiederà spazio nei porti; Le barriere di autorizzazione dovrebbero essere rimosse; I porti dovrebbero essere presi in considerazione attivamente quando si sviluppano politiche energetiche, economia circolare e strategie sul carbonio; Gli investimenti energetici pionieristici più rischiosi dovrebbero essere sostenuti finanziariamente.

3. La riduzione delle emissioni e dell'inquinamento è un KPI importante per i porti: i porti in Europa vogliono un accordo su un meccanismo globale ben definito per la determinazione dei prezzi delle emissioni di gas serra nel settore marittimo; ai porti dovrebbe essere consentito di dare priorità agli investimenti verdi laddove ciò abbia più senso in termini di riduzione delle emissioni; è necessario un dialogo continuo con le parti interessate per evitare attività non recuperabili; il nuovo obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni di gas serra deve essere visto come un trampolino di lancio verso il 2050.

4. La parità di condizioni sia all'interno del mercato interno che nei confronti dei vicini dell'Europa deve essere salvaguardata: i porti chiedono un "controllo della competitività" nel processo decisionale dell'UE; la parità di accesso e di condizioni ai finanziamenti è fondamentale; si dovrebbero evitare approcci nazionali divergenti; promuovere le industrie a zero emissioni implica il rafforzamento delle relative catene di approvvigionamento; il giusto gioco di potere e la parità di condizioni nel settore marittimo dovrebbero essere monitorati attentamente.

5. I porti sono fondamentali nel rafforzare la resilienza dell'Europa: i porti sono un pilastro importante della sovranità della catena di approvvigionamento europea; i porti sono favorevoli ad un approccio più armonizzato per affrontare l'influenza straniera nei porti; L'Europa deve tuttavia rimanere un luogo attraente in cui investire; Le misure di sicurezza dell'UE non dovrebbero fermare il commercio, ma renderlo più sicuro.

6. I porti sono partner nella lotta per un ambiente informatico intelligente, ma sicuro e protetto: la digitalizzazione e le tecnologie intelligenti sono strumenti cruciali per rendere i porti europei più efficienti, sicuri e sostenibili; potrebbero essere necessarie misure aggiuntive per rafforzare la sicurezza informatica e un'ulteriore digitalizzazione; aumentare la consapevolezza sui possibili rischi informatici è una responsabilità condivisa tra tutti gli stakeholder portuali.

7. I porti europei necessitano di 80 miliardi di investimenti per i prossimi 10 anni: i porti hanno più che mai bisogno di accedere a un solido strumento di sostegno finanziario, con dotazioni portuali dedicate, per investire in progetti ad alto valore sociale ma con un rendimento spesso lento, basso e rischioso sugli investimenti; Il finanziamento europeo dovrebbe essere semplice;

8. La struttura istituzionale dell'Ue dovrebbe essere adattata alla nuova realtà: è necessario un approccio più integrato quando si sviluppano nuove politiche: i trasporti, e in particolare i porti, non possono essere discussi in modo isolato; è necessaria una più stretta cooperazione tra le direzioni generali della Commissione; per affrontare la complessità delle sfide odierne è necessario un dialogo continuo, trasparente e aperto tra le parti interessate e i responsabili politici dell'UE.

9. I porti sono una risorsa per la città: i loro nuovi ruoli possono aprire le porte per attrarre nuove imprese e talenti verso il porto e le città portuali; Per attirare le persone nei porti è necessaria una cooperazione efficace tra tutte le parti interessate, poiché i porti non possono svolgere il proprio lavoro senza le persone giuste.

Le priorità dei porti europei saranno ulteriormente discusse durante la conferenza annuale ESPO, che si svolgerà giovedì 25 e venerdì 26 aprile prossimi a Parigi.

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