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02 dicembre 2024, Aggiornato alle 15,40
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Più della metà del falso è trasportato nei container

Su dati del 2016, un rapporto OCSE-EUIPO fotografa un mercato florido che vale oltre 500 miliardi di dollari. India, Malesia, Messico, Singapore, Thailandia, Turchia ed Emirati principali esportatori

(Bry D./Flickr)

a cura di Paolo Bosso

Più della metà delle merci contraffatte viaggia dentro un container. Lo ha calcolato il nuovo rapporto OCSE-EUIPO sul trasporto marittimo, confermando un andamento che ha da sempre caratterizzato il modo in cui viene trasportato il "pezzotto". E non è una situazione destinata a cambiare, sia per il modo in cui comunemente viene percepito il falso - chi è senza peccato scagli la prima pietra - sia per il fatto che dalle autorità di controllo non viene considerata come un'attività criminale.

Il traffico del falso rappresenta un «uso improprio» dello shipping secondo l'Organizzazione per lo sviluppo economico e l'ufficio dell'Ue per la proprietà intellettuale. Il trasporto marittimo muove circa l'ottanta per cento delle merci scambiate nel mondo e il 70 per cento del valore totale degli scambi commerciali mondiali.

Le navi portacontainer hanno trasportato il 56 per cento del valore totale delle contraffazioni sequestrate nel 2016. La Repubblica popolare cinese è stata la più grande economia di provenienza per le spedizioni di container, rappresentando il 79 per cento del valore totale dei container contenenti falsi. India, Malesia, Messico, Singapore, Thailandia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti sono le principali economie di provenienza.

Leggi il rapporto completo OCSE-EUIPO

Tra il 2014 e il 2016, l'82 per cento del valore sequestrato di profumi e cosmetici contraffatti, l'81 per cento del valore delle calzature contraffatte e il 73 per cento del valore di prodotti alimentari, giocattoli e giochi è stato spedito via mare. La metà di tutto questo volume è entrato nell'Unione europea attraverso Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. Ci sono anche Bulgaria, Croazia, Grecia e Romania, Paesi caratterizzati da un basso livello di traffico di container rispetto al northern range ma con un alto livello di importazioni dalle economie di produzione dei falsi.

Per combattere il commercio illecito, sono stati introdotti una serie di metodi di valutazione per la spedizione containerizzata, analoghi a quelli utili a limitare o bloccare la droga o le sostanze esplosive illegali. Ma l'analisi rivela che il falso non è mai una priorità per le dogane poiché sono un tipo di spedizione comunemente percepite come «infrazione commerciale» piuttosto che un'attività criminale. Di conseguenza, secondo il rapporto OCSE-EUIPO, attualmente non c'è una politica efficace che ne possa limitare la diffusione. Secondo lo studio ci sarebbe bisogno di un'attività di controllo molto elastica che tenga conto delle varie differenze tra Paese e Paese, tra dogana e dogana.

OCSE e EUIPO hanno calcolato che il mercato del falso vale – sempre nel 2016 - oltre 500 miliardi di dollari, pari a circa il 3,3 per cento del commercio mondiale.

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