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18 marzo 2024, Aggiornato alle 16,46
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P3 e CKYHE, otto armatori per due consorzi

P3 e CKYHE. La prima ha ricevuto il benestare di Washington e aspetta quello di Cina ed Europa. La seconda già opera da anni e a febbraio ha visto un nuovo membro


Otto compagnie armatoriali, le prime quindici del mondo, potrebbero presto mettere in difficoltà i piccoli porti. La colpa non è loro ma della crisi che obbliga gli armatori ad accorpare, tagliare e centellinare i servizi attraverso grandi alleanze.
Stiamo parlando di P3 e CKYHE. La prima è una joint colossale nata nel giugno 2013 che mette insieme le prime tre compagnie marittime del mondo: Maersk Line, Mediterranean Shipping Company e Cma Cgm. La seconda, operativa da anni, contiene più compagnie ma è molto più piccola. Ci sono Cosco, K-Line, Yang Ming, Hanjin ed Evergreen (entrata a febbraio). Se confrontiamo il trasportato (sia proprio che in fitto, sulla base dei dati 2012) non c'è paragone: P3 totalizza più 3,3 milioni di teu, CKYHE quasi la metà: 1,3 milioni.
Copriranno praticamente tutto il globo. P3 si occuperà principalmente dei traffici atlantici, CKYHE di quelli da e verso il Far East. Faranno fare grossi risparmi, ma in cambio di grossi tagli all'occupazione tra esuberi e accorpamenti di uffici di rappresentanza. Anche i piccoli porti saranno estromessi da questi servizi, ovvero quelli che non possono accogliere navi oltre le 5mila teu, come Napoli per esempio. Lo scalo partenopeo è infatti attualmente servito da CKYHE insieme a Livorno nel servizio MD3. Da maggio però il servizio, in nome delle economie di scala, verrà chiuso. 
Il problema per questi superconsorzi è che devono avere le autorizzazioni ad operare da particolari enti governativi delle nazioni in cui operano. Sono infatti alleanze talmente grosse da determinare giganteschi monopoli (tenendo conto che l'economia del trasporto marittimo è già strutturata in diversi monopoli). Sostanzialmente, le autorizzazioni dovranno arrivare da tre enti: il Federal Maritime Commission di Washington, la China Maritime Arbitration Commission di Pechino e l'Antitrus Ue (nella persona del Commissario alla concorrenza) di Bruxelles. P3 ha già ricevuto l'autorizzazione da Washington per il rotto della cuffia, con soli 5 voti a favore e 4 contro. Resta in attesa del responso degli altri due. Per CKYHE invece l'iter è più indietro perché si è costituita più tardi.