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02 maggio 2024, Aggiornato alle 17,44
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Cultura - Eventi

Navigatori, le avventure di Sir Robin Knox al Galata Museo del Mare

Uno dei grandi protagonisti della vela in solitaria ha raccontato a Genova la sua storia

Sir Robin Knox

di Flavio Scopinich - DL Notizie

Si è svolto a fine maggio presso il Galata Museo del Mare si è svolto il primo degli "Incontri in Blu" dell'anno 2023, una rassegna a carattere nautico finalizzata a promuovere la cultura del mare, presentata dal giornalista e scrittore Fabio Pozzo. […] La presentazione di Sir Robin Knox è iniziata con un breve filmato che illustrava oltre alla prima barca Suhaili con cui nel 1967 ha compiuto la prima circumnavigazione del globo partecipando alla "Golden Globe Race" ed altre barche con cui ha partecipato in regate altrettanto impegnative come il catamarano Enza con cui ha partecipato al "Jules Verne Trophy" del 1992 ma che ha dovuto abbandonare a causa di una falla allo scafo di Dritta. Trofeo vinto comunque nella edizione successiva nel 1994 in coppia con Peter Blake (altro mostro sacro della vela d'altura).

La vita di Sir Robin Knox-Johnston può essere definita molto avventurosa, instradato alla vita sul mare grazie al libro "Kon Tiki" regalatogli a 14 anni che ha acceso in lui la curiosità prima e la passione poi per il mare, tanto che intraprese (nel periodo 1957 al 1968) la carriera di ufficiale di marina sia sulle navi della Royal Navy che sulle navi mercantili da carico, compiendo numerose traversate atlantiche. L'impresa di Sir Francis Cinchester il primo uomo a che con la sua barca Gipsy Moth I nel 1967 ha circumnavigato il globo a vela con scalo (circa 1 mese a Sydney in Australia), gli diede l'ispirazione di fare come Sir Francis Cinchister il giro del globo a vela, aggiungendo la difficoltà di farlo senza scalo fu così che, trovati gli sponsor necessari, nacque la "Global Race" una regata a vela per navigatori solitari senza scalo intermedio; regata che Sir Robin Knox intraprese con la sua barca Suhaili, un ketch costruito nel 1995 in India su progetto di Colin Archer che prevedeva la trasformazione di una lancia da salvataggio norvegese in un 2 alberi armato a Ketch in modo di avere contemporaneamente una grande superficie velica e contemporaneamente un centro velico di spinta basso per ridurre lo sbandamento della barca con venti prodieri ed al traverso. L'avere 2 alberi uguali, che issavano le stesse vele, consentiva di ridurre il numero di vele di ricambio da portare dietro a vantaggio del peso e dello spazio
a bordo.

Nel frattempo, il mondo dello shipping stava cambiando, le navi erano sempre più veloci e le soste in porto (grazie all'avvento dei containers), si riducevano sempre di più, togliendo quel fascino di avventura e scoperta di posti e genti lontane sempre più difficile. Quindi Sir Robin cercò nuovi stimoli e l'impresa di Sir Francis Cichester con il Gipsy Moth IV che fece il giro del mondo in solitario, gli fu di ispirazione, l'unica cosa mai compita da un essere umano, era il giro del mondo senza scalo. Negli umani, la ricerca dei limiti ed il volerli superare è insito nella natura stessa dell'uomo, il progresso tecnico, le esplorazioni di spazi sempre più difficili ed ostili, sono sempre stati realizzati grazie al retaggio del DNA umano, che spinge l'essere umano a compiere azioni che il buon senso scarterebbe. Sir Robin decise allora di organizzare un evento storico mai tentato prima, una regata a vela che circumnavigasse il globo e senza scalo. Trovati gli sponsor giusti (principalmente il Sunday Times), riuscì ad organizzare la prima regata intorno al mondo in solitario senza scalo, chiamata "Sunday Times Golden Globe Race"; regata che offriva un premio di 5,000 Sterline per chi avesse compiuto il percorso nel minor tempo possibile.

Il comandante Robin Knox Johnston
Pur regatando con la barca più piccola [solo 9,8 (m.) di lunghezza], SirRobin fu l'unico a compiere il percorso completo, gli altri 7 concorrenti abbandonarono per rottura od altri motivi; come, ad esempio, il Francese Bernard Moitessier (il più vicino a Sir Robin), che decise di abbandonare la Corsa e fare rotta su Thaiti. Consegnando di fatto la vittoria a Sir Robin che compì il periplo senza scalo dal 14 giugno 1968 (giorno della partenza da Falmouth) al 22 Aprile 1969 (giorno del suo arrivo a Falmouth), diventando contemporaneamente il primo navigatore in solitario a circumnavigare il globo ed il più veloce della regata (dato che era l'unico rimasto).La grandezza di Sir Robin Knox, è testimoniata anche dal fatto di avere donato il suo premio di 5,000 Sterline alla famiglia di Donald Crowhurst (disperso durante la regata), che si pensa si sia suicidato dopo essere stato scoperto nell'avere cercato di alterare il suo percorso allo scopo di vincere il premio di velocità. Alla domanda come mai di un tale gesto di generosità, Sir Robin ha spiegato che per lui la cosa più importante era quella di essere stato il primo navigatore a compiere la circumnavigazione del globo senza scalo; il resto erano solo soldi, ed avendo saputo che la famiglia di Donald Crowhurst (dopo la tragica scomparsa del capofamiglia), si trovava in seri guai finanziari, pensò che quello era il migliore uso da fare di quei soldi arrivati inaspettati in quanto lui (essendo stato l'unico ad essere arrivato), era forzatamente anche il più veloce.

Abbandonata definitivamente la carriera di comandante sulle navi mercantili, si dedicò alle regate oceaniche con diverse barche a vela tra cui il catamarano Enza che durante la regata Jules Verne Trophy subì una avaria grave ad uno dei 2 scafi, che costrinse Sir Robin all'abbandono. Il ketch Suhaili, 9,8 m, in navigazione attorno al globo. Ad un personaggio di questa levatura, non poteva mancare l'invito a fare parte del team inglese Ineos che preparava la barca che correva nella America's Cup, tipo di barca "AC 75" che lo ha fortemente impressionato per le elevatissime velocità raggiunte. Alla fine della conferenza Sir Robin ha risposto alle seguenti domande del pubblico: 1) - La pianificazione del cibo e relativo stivaggio nella barca (assieme a tutto il resto come acqua e vele di ricambio); 2) - Quale è stato il più grosso progresso nel campo della navigazione a vela.

Alla prima domanda ha spiegato che aveva stimato in 300 giorni la durata del viaggio e che ha aumentato per precauzione del 10% (30 giorni) la durata prevista quindi 330 giorni (circa 47 settimane), avendo fatto un menù settimanale è stato facile identificare la tipologia e quantità di cibo da imbarcare prima della partenza. Con 2 mesi di cibi freschi ed il rimanente in scatolette disposte sul pagliolo della barca, tanto che alla partenza era obbligato a camminare carponi all'interno della barca ed il bordo libero alla partenza (distanza del ponte di coperta all'acqua) era inferiore ai 2 piedi (circa 60 (cm.). Alla seconda domanda ha spiegato che a parere suo il più notevole progresso nel campo della navigazione a vela, è stato l'avvento del G.P.S. (Ground Positioning System), che considerando la non elevata velocità delle barche a vela convenzionali, consente di monitorare costantemente in pieno oceano, la posizione della barca riducendo quindi il rischio di compiere percorsi inutili ed evitare posizioni che potrebbero risultare pericolose. Un lungo applauso ha concluso l'incontro con un gigante della vela.
 

Tag: storia - nautica