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29 aprile 2024, Aggiornato alle 08,20
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Cultura

La non storia del dirottamento navale, i giornali sciacalli e i lettori tossici

Di fronte all'ennesimo caso di mala informazione i giornali mostrano la loro pulsione all'intrattenimento. Ma anche i lettori, dall'altro lato, devono responsabilizzarsi


di Paolo Bosso

Fare cronaca è difficile. Il giornalismo di cronaca è la cosa più difficile per la professione. La notizia di cronaca va seguita e verificata. Come tutte le notizie. Con la differenza, rispetto alle notizie di approfondimento (quelle che cadono sotto le categorie economia, cultura, moda, etc.), che si tratta di notizie da verificare subito e velocemente. E la fretta, lo sappiamo, non permette di fare quasi mai le cose per bene.

Venerdì scorso, 9 giugno, non c'è stato nessun tentativo di dirottare una nave al largo di Napoli, contrariamente a quanto affermato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e contrariamente da quanto riferito nel week end dalla maggioranza della stampa, sia quella quotidiana che quella specializzata nell'economia marittima, nei trasporti e nella logistica, la categoria di giornale a cui appartiene Informazioni Marittime.

Di fronte all'ultimo caso di mala informazione abbiamo l'ennesima conferma di cosa siano diventati i quotidiani e in generale i giornali: la loro priorità non è più informare ma intrattenere. Essere letti a prescindere, sempre e comunque, costantemente, ossessivamente letti, prima ancora di essere letti per informare. 

Ma non credetevi assolti, cari lettori. Cosa siano e cosa facciano i giornali lo sappiamo da troppo tempo per cadere dalle nuvole. Più irritante dei giornali che lavorano così da schifo è continuare - dopo decenni che va avanti così - a lamentarsi dei giornali che lavorano così da schifo. Sappiamo bene come i giornali sciacallino ad ogni occasione. Quello che però facciamo finta di non sapere è come ci piaccia altrettanto essere lettori-sciacalli. I giornali solleticano l'istinto sciacallatore del lettore, ci abbrutiscono con le loro storie morbose, derelitte, squallide, trash, razziste. Ma noi ci sguazziamo in questo fango, ci sguazziamo eccome. Non abbiamo orgoglio. Ce ne freghiamo e diamo la colpa ai giornali. Ci facciamo sommergere da tonnellate di sensazionalismo così come ci facciamo sommergere dai video di 10 secondi che dimentichiamo dopo 10 secondi. Ci piace abbuffarci, mangiare compulsivamente. I giornali, ma in generale lo spazio dei social network, sono i nostri chef e noi i loro bulimici clienti.

Cari lettori, dopo decenni di mala informazione è finita la stagione dell'indulgenza. Anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti: se i giornali fanno queste schifezze è proprio perché c'è una risposta forte del lettore. Dovremmo autocensurarci e rifiutarci di leggere queste cose. Lo so, è difficile, perché è una droga e i lettori sono dei tossici.

Informazioni Marittime non fa cronaca. Seguiamo notizie economiche e aziendaliste, decisamente più facili da seguire della cronaca. Ma la storia dei migranti di venerdì scorso non richiedeva chissà quali competenze e contatti per capire cosa stava succedendo, solo un po' di esperienza. Si era già capito tutto. Che dei migranti erano stati scoperti a bordo di un mercantile. Si era già capito subito. Prima di verificare bastava una semplice congettura: cos'è più probabile, che un gruppo di poveracci clandestini sia stato scoperto a bordo di un mercantile o che un gruppo di poveracci clandestini abbia dirottato con due taglierini un mercantile diretto nel...placido Mediterraneo?? Tra le varie panzane scritte dai giornali nel week end la più ridicola era che un mercantile diretto in Francia sia stato dirottato per raggiungere…la Francia. 

Certo, con le congetture non si fa cronaca. Non basta il Rasoio di Occam per verificare le cose che accadono ma in questo caso è bastato.

Il contesto della fonte, poi, era bizzarro. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che durante un'amena intervista nella tenuta pugliese di Bruno Vespa accennava a un'operazione in corso della Marina militare per sventare un dirottamento. Certo, sarebbe potuta andare proprio così ma così non è andata. E ai giornali è bastata questa fonte, senza verificarla, per darne notizia. Era troppo ghiotta per smontarla. Perché rinunciare a un bel flusso di traffico sul proprio giornale? Sciacalli loro, sciacalli noi.

Il problema non è stato tanto il modo in cui una fonte abbia dato una notizia - che il mercantile fosse stato dirottato era falso - quanto cosa non abbiano fatto i giornali: verificarla. Se vogliamo leggere i giornali così come armeggiamo su whatsapp e tiktok allora si faccia quello che si vuole, senza morale. Ma se vogliamo essere informati dobbiamo stare attentissimi, dobbiamo partecipare come lettori, dobbiamo responsabilizzarci e selezionare quello che ci arriva. Leggere è come mangiare e dobbiamo volerci bene.

Non basta più accusare i giornali della mala informazione se ogni volta sono in tanti ad appassionarsi a queste storie. La cosa importante che dobbiamo sapere, come lettori, è che i giornali sono apparati di intrattenimento, sono talk show pomeridiano camuffatto da servizio pubblico. E noi, però, siamo gli spettatori, siamo il carburante di tutto questo apparato.

Anche Informazioni Marittime commette lo stesso peccato: è pur sempre un giornale. Eppure, sarà per pigrizia, o perché la cronaca è difficile, ma la storia del dirottamento del mercantile da parte di un gruppo di poveracci non abbiamo voluto seguirla. Puzzava di marcio.
 

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