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24 marzo 2025, Aggiornato alle 12,59
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Politiche marittime

Il ricordo dello tsunami? Lo conserva l'oceano

A due anni di distanza dal disastro che ha colpito le coste del Giappone, tonnellate di relitti e rifiuti ancora galleggiano sulle acque del Pacifico


L'oceano Pacifico conserva la memoria dello tsunami che due anni fa ha devastato le coste del Giappone. Non in senso filosofico, sia chiaro, ma in forma di relitti e rifiuti. Milioni di frammenti di vite interrotte, o quantomeno stravolte, ancora galleggiano sulla grande distesa blu e in qualche caso giungeranno fino alle coste americane. La National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense (Noaa) rivela che lo tsunami ha risucchiato in mare imbarcazioni più o meno grandi, frammenti di moli, materiale connesso con la navigazione e con l'industria della pesca, ma anche alberi, parti di abitazioni e gli oggetti più disparati che in esse si trovavano. Nel corso degli ultimi due anni, riferisce il Secolo XIX, la Noaa ha cercato di tracciare una mappa dei rifiuti che possono rappresentare un pericolo per la navigazione e per la fauna selvatica. I ricercatori si sono potuti basare sulle testimonianze oculari dei marinai che si trovano su pescherecci e navi commerciali, oltre ad utilizzare particolari modelli di flusso basati sulle correnti e altri elementi. Sussistono però ancora molti dubbi sulle reali dimensioni del fenomeno. Secondo alcuni studiosi giapponesi, le macerie trasportate in mare dallo tsunami ammonterebbero a circa cinque milioni di tonnellate.