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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 09,16
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Politiche marittime

Il dominio di Msc in Italia e nel mondo

Ha centinaia di portacontainer, controlla i terminal di molti porti e continua a espandersi, mantenendo una singolare struttura da azienda familiare che la avvantaggia ma la espone anche a dei rischi

(kees torn/Flickr)

di Paolo Bosso e Isaia Invernizzi

Su Gianluigi Aponte, il fondatore dell'enorme compagnia di navigazione Msc, circolano diversi aneddoti: si dice per esempio che ancora oggi, a 82 anni, preferisca trattare personalmente l'acquisto delle navi, l'apertura di nuove rotte, e che abbia l'ultima parola su quasi tutte le decisioni della sua azienda. Alcuni episodi della sua lunga carriera sono enfatizzati, forse alimentati dalla sua nota riservatezza. Di certo c'è che Aponte negli ultimi decenni ha fatto crescere Msc al punto da farla diventare la prima compagnia al mondo per il trasporto dei container: ha 725 navi portacontainer, di cui 442 di proprietà, con una capacità di carico che corrisponde al 18% dell'intero mercato delle spedizioni marittime.

Negli ultimi cinque anni Msc è diventata sempre più grande e importante nel mondo, e naturalmente anche in Italia, dove controlla alcuni dei principali terminal portuali. Il gruppo possiede anche una nota compagnia di navi da crociera, una di navi rotabili, cioè che trasportano auto e autocarri, una società di treni cargo e diverse società di rimorchiatori portuali, le potenti barche che guidano le navi mercantili verso le banchine. Chi vuole spedire o importare qualcosa, dai dispositivi elettronici alla frutta, deve fare i conti direttamente o indirettamente con Msc: in un certo senso, dalle decisioni di Aponte dipende il funzionamento di una parte significativa dei commerci mondiali.

Nonostante le notevoli dimensioni Msc è sempre rimasta un'azienda familiare: è un modello piuttosto eccezionale che finora si è rivelato di grande successo perché assicura velocità nelle decisioni e libertà di azione, ma allo stesso tempo la espone alle insidie di un mercato instabile dopo la pandemia, oltre che alle mire di altre grandi società straniere con brame di espansione. Sono caratteristiche uniche su cui molti addetti ai lavori e analisti si interrogano da tempo, perché il futuro di Msc e del suo dominio sui commerci può influenzare una quota consistente dell'economia globale, oltre che di quella italiana.

Gianluigi Aponte è nato nel 1940 a Sant'Agnello, in provincia di Napoli, paese di cui sono originari molti comandanti italiani. A 18 anni ereditò dal padre le quote della compagnia napoletana "Navigazione Libera del Golfo" e iniziò a lavorare come comandante a bordo dei traghetti che collegano Napoli e Capri. In quel periodo conobbe sua moglie, Rafaela Diamant Pinas, svizzera di origini israeliane, figlia di un banchiere di Ginevra. Msc venne fondata pochi anni dopo, nel 1970, con il nome di Mediterranean Shipping. Fin da subito ebbe sede a Ginevra, dove Aponte aveva studiato economia, e a Bruxelles. Formalmente è una società svizzera.

Nei primi anni Aponte seguì con costanza una strategia molto chiara: prevedere il mercato senza mai esporsi con investimenti troppo rischiosi. Come ha raccontato in più occasioni, la ragione principale che spiega la crescita costante di Msc nei primi anni è stata la capacità di acquistare navi usate a basso costo, ristrutturarle nei cantieri navali italiani e impiegarle su nuove rotte seguite poi anche dai concorrenti.

Il primo servizio di linea venne inaugurato nel 1971 con la nave da carico Patricia, un piccolo cargo da 7mila tonnellate: si spostava tra i porti del Mediterraneo, del Sud e dell'Est Africa e sul Mar Rosso con scali a Durban, Dar Es Salaam, Mombasa, Mogadiscio, Gedda, Aqaba e Port Sudan, trasportando per lo più impiantistica industriale.

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Tag: msc - economia