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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Politiche marittime

Governo e sindacati lavorano all'esodo anticipato dei portuali

Primo incontro oggi al ministero dei Trasporti per discutere di pensioni, formazione e aggiornamento della legge 272/99, attesa da dieci anni

(Davie Macfarlane/Flickr)

«Un incontro certamente positivo che ora però deve tradursi in azioni concrete da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti rispetto agli impegni assunti, sui quali anche il ministero del Lavoro e il ministero dell'Economia e Finanza hanno dato ampia disponibilità». Commentano così, in un comunicato congiunto il segretario generale e nazionale di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi e Marco Odone, e il segretario nazionale della Uil, Marco Lupi, l'incontro che si è svolto questa mattina al ministero dei Trasporti, a Roma, tra i sindacati e le associazioni datoriali (tra cui anche Fise-Uniport) con il viceministro Edoardo Rixi e i rappresentanti dei ministeri del lavoro e di economia e finanza sul tema della sicurezza nei porti.

Gli impegni presi, spiegano i sindacati, riguardano innanzitutto l'attuazione del fondo per l'esodo anticipato dei lavoratori dei porti - un provvedimento importante considerato che l'età anagrafica aumenta il rischio di esposizione agli infortuni - e l'attuazione della norma presente nell'ultima legge di bilancio che mette a disposizione risorse per la formazione degli operatori portuali. «I porti - si legge nella nota congiunta sindacale - sono luoghi dove persistono situazioni interferenziali tra dipendenti di aziende diverse, dove i lavoratori sono sottoposti a condizioni microclimatiche estreme e dove ancora oggi i lavoratori, nonostante l'avvento delle tecnologie, sono esposti a rischi importanti dovuti alla pericolosità delle operazioni portuali che richiedono formazione continua per una più efficace prevenzione. 

Per i sindacati un'altra cosa importante da fare per il lavoro portuale è l'emanazione dell'aggiornamento della legge 272/99, quella che disciplina di coordinamento tra il testo unico per la sicurezza sul lavoro e la normativa relativa alle attività lavorative in ambito portuale. Un provvedimento atteso da circa dieci anni su cui c'è già un'intesa tra sindacati e governo.

«Abbiamo chiesto inoltre ai ministeri - continua la nota - l'adozione di un sistema di monitoraggio ed estrapolazione dei dati infortunistici del comparto portuale che li distingua, con un proprio codice Ateco, dal più ampio settore trasporti e magazzinaggio per consentire una rilevazione più puntuale. Abbiamo manifestato infine la necessità che vengano attivati in tutti i porti e convocati i comitati di igiene e sicurezza come luoghi di confronto e partecipazione attiva sulle misure da adottare per contrastare il rischio di infortuni nei porti. Il viceministro Edoardo Rixi - concludono Tarlazzi, Odone e Lupi - si è impegnato ad attivare un tavolo strutturale sulla sicurezza del lavoro portuale e un tavolo di confronto con le parti sociali sui temi della riforma della disciplina portuale che crea i presupposti per lo sviluppo economico del Paese e incide sulle attività portuali e in particolare sul lavoro portuale e marittimo per i quali è necessario attuare in modo uniforme norme a tutela dei lavoratori». 

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