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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Politiche marittime

Debacle Civitavecchia, i sindacati: ripartiamo da intermodalità e logistica

Dopo un anno orfano delle crociere, il porto pianifica il rilancio. Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti incontrano il presidente Musolino

Uno scorcio del porto di Civitavecchia (Andres Alvarado/Flickr)

Rilanciare le attività del porto di Civitavecchia potenziandone la logistica, soprattutto intermodale e retroportuale, anche attraverso una Zona logistica semplificata, per rafforzarne il ruolo di hub strategico del bacino laziale. I sindacati chiedono un «patto di rete» per i porti della Capitale, orfani nel 2020 dell'importante apporto turistico delle crociere. Nel corso di un incontro conoscitivo con il presidente dell'Autorità si sistema portuale del Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino, i segretari generali per il Lazio di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago – hanno chiesto «un'alleanza per il rilancio dei porti del Lazio e del Porto di Civitavecchia, adesso in crisi per la sua vocazione prettamente crocieristica, in calo del 73 per cento a causa del Covid. Istituzioni, sindacati, parti sociali e tutti i protagonisti in causa dovrebbero partecipare a una pianificazione strategica orientata alla costituzione di un efficiente ecosistema logistico-industriale, che permetta non soltanto di reggere l'urto di questo duro momento, ma anche di potenziare il traffico merci».

«L'economia del mare – proseguono i sindacalisti – è un segmento economico spesso sottovalutato, ma che nel Lazio genera un valore aggiunto di 7,7 miliardi di euro: dati che, particolarmente in questo momento di crisi, non possono lasciarci indifferenti. Riteniamo quindi fondamentale intervenire sui collegamenti intermodali, quali l'ultimo miglio ferroviario e la Orte-Civitavecchia e procedere sull'istituzione della Zona Logistica Semplificata, che può rappresentare un elemento di facilitazione cruciale. È poi importante monitorare i processi di innovazione, facendo in modo, con uno sforzo comune condiviso, che l'innovazione tecnologica che caratterizza il comparto non sia ‘nemica' dell'occupazione, ma che al contrario rappresenti un'occasione».

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