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22 marzo 2025, Aggiornato alle 08,22
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Politiche marittime

Corte Ue: "Marco Polo è un disastro"

Il programma di sussidi per incentivare l'uso di navi e treni non ha dato l'effetto dovuto: costoso e con benefici per l'ambiente difficili da dimostrare


«Inefficace». La Corte dei Conti europea giudica così il programma Marco Polo, la rete di finanziamenti messa in atto da Bruxelles che avrebbe dovuto incentivare la delocalizzazione del trasporto merci dalla strada ad altre forme come ferrovie e navi. La Corte ha realizzato una dettagliata relazione in cui spiega i motivi per cui Marco Polo andrebbe addirittura soppresso. La ragione è semplice: non è riuscito nel suo scopo, «gli obiettivi fissati – spiega l'autore della relazione Ville Itälä (nella foto)- sono stati conseguiti solo in misura molto limitata, i programmi hanno avuto scarso impatto nel trasferire il traffico merci su strada verso altre modalità di trasporto, e non vi sono dati per valutare i benefici attesi dalla riduzione dell'impatto ambientale del trasporto merci, dalla riduzione della congestione del traffico e dal miglioramento della sicurezza stradale». Marco Polo è nato nel 2003 avviando due cicli. Il primo va dall'anno di fondazione al 2006, il secondo dal 2007 al 2011. Per quest'anno è stato avviato un Call for Proposal da 66,7 milioni di euro che andrà certamente rivisto.
La colpa probabilmente non è del programma in sé, ma della crisi, o meglio nella mancanza di convenienza per un operatore nel cambiare tipologia di trasporto, molto spesso addirittura senza sussidi, grazie a un effetto che la Corte ha battezzato "effetto inerziale": molti progetti avviati sono stati senza finanziamento. Tredici su sedici beneficiari esaminati dalla Corte Ue hanno confermato che avrebbero avviato ed effettuato il servizio di trasporto anche in assenza di sussidi. Flop anche sul lato ambientale, nonostante le infografiche realizzate dalla Commissione Ue che dicono il contrario. E' vero che l'economia di scala delle navi e dei treni toglie camion dalla strada, decongestionando le arterie autostradali, ma purtroppo non ci sono dati concreti che evidenzino una riduzione delle emissioni. 
Come farlo meglio? Come rendere Marco Polo qualcosa di più di un tentativo di riorganizzazione della rete logistica europea ma una vera e propria riforma del trasporto? Secondo la Corte, in futuro i finanziamenti dovrebbero dipendere da una valutazione d'impatto ex ante, che mostri se e in che misura si produca un valore aggiunto per l'Ue. Insomma controllare i costi: non basta incentivare l'uso della nave se per l'operatore ciò si traduce soltanto in costi, checché ne dica l'ambiente insomma. Occorrerebbe a tal fine una dettagliata analisi della domanda potenziale e delle pratiche migliori negli Stati membri. Cosa che non è mai stata fatta finora.