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22 marzo 2025, Aggiornato alle 08,22
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Politiche marittime

Città e porto, un anno di appuntamenti

Intervista all'Association Internazionale Villes et Ports che a breve sceglierà la città sede della sua prossima conferenza mondiale. I candidati sono Genova, Durban e Tangeri 


di Paolo Bosso 
 
L'Association Internazionale Villes et Port si prepara alla sua prossima conferenza mondiale dedicata alla relazione città-porto. L'associazione con base a Le Havre, specializzata nella promozione e diffusione di progetti legati alla sostenibilità dei porti e al suo sviluppo armonioso con la città, sceglierà a breve, prima dell'assemblea annuale che si terrà ad Helsinki a metà giugno, la location della sua prossima convention biennale (4/4: la città è stata scelta). L'anno scorso è toccato a Nantes e Saint Nazaire, due città simbolo dello sviluppo portuale coesistente a quello urbano. E per l'anno prossimo le città candidate sono tre: Genova, Durban (Sudafrica) e Tangeri (Marocco). L'evento dal punto di vista dei porti somiglia ad un'olimpiade: l'occasione di mostrarsi, attrarre investimenti e sviluppare iniziative che mettano insieme lo spazio urbano e portuale. «Al di là dello stato dei progetti, nella scelta noi premiamo la motivazione, l'impegno delle amministrazioni a mostrarsi realmente interessate al nostro evento. Elementi che rispecchiano la volontà di mettersi in gioco, di esprimere le proprie potenzialità» spiega Greta Marini, project manager Aivp, alla quale abbiamo fatto qualche domanda.
Che sviluppo stanno avendo i tre candidati per aver suscitato il vostro interesse?
L'approccio tematico della conferenza si adatta alla realtà città-porto che lo ospita. Gli eventi Aivp sono dei rendez-vous mondiali che puntano sugli scambi di esperienze con la centro la città portuale ospitante che diventa un "terreno di studio": un luogo in divenire con una reale problematica città-porto. Questo è il caso di Durban, dove la città e il porto devono creare uno spazio comune di lavoro sulla base della loro compatibilità. Tangeri invece ha il porto a una cinquantina di chilometri dalla città e la strategia territoriale è più larga. Per Genova infine sappiamo già quale potrebbe essere il tema principale: il waterfront, ampiamente studiato e discusso. Qui ci sarebbe l'occasione per fare un bilancio di come evolverà la situazione o di come si sarebbe potuto fare diversamente. 
Che requisiti deve avere un porto per diventare candidato?
Prima di tutto essere un membro della nostra associazione. Poi avere una strategia di sviluppo che tenga in conto la coesistenza della realtà portuale e urbana. Vi deve essere un reale interesse degli attori portuali alla candidatura. Infine chiediamo che vengano costantemente organizzate visite al porto e alla città. Un'Autorità portuale che si presenta tutta sola, o una città che pretende di accogliere in esclusiva la conferenza, non ha senso. 
Quali sono gli appuntamenti da non perdere quest'anno sul tema città-porto?
Quest'anno festeggiamo il nostro venticinquesimo anniversario e gli appuntamenti sono tanti. A marzo ci sarà una missione a Mumbai al Jawaharlal Nehru Port Trust in occasione della conferenza Greenports. Poi contiamo di inviare una nostra delegazione a maggio a Los Angeles per la conferenza dell'International Association of Ports and Harbors, diventato membro l'anno scorso, dopo la conferenza di Nantes. C'è anche l'ipotesi di realizzare una tavola rotonda a Marsiglia insieme al Pianc in occasione del Pianc Mediterranean Days che si terrà il 22 maggio. E a giugno la nostra assemblea annuale che si terrà ad Helsinki.
Cosa vi aspettate dall'assemblea?
Si tratta di un convivio nel quale facciamo un punto sulle attività in programmazione. E' anche un ottimo momento nel quale valutare la possibilità di inserire nuovi membri. Nel caso di Helsinki per esempio siamo molto interessati al suo progetto di riconquista delle darsene Est e Ovest per far convivere vita cittadina e attività crocieristiche.
Oltre ad Aivp, c'è un'altra associazione europea simile alla vostra, Rete. Qual è la differenza tra voi e loro?
È un'ottima associazione che affronta le nostre stesse tematiche, focalizzate per di più sui porti europei del Mediterraneo Occidentale e latinoamericani. Noi invece abbiamo una base più larga. Ciò non toglie che ci è complementare e l'anno scorso abbiamo stipulato con lei un Memorandum of Understanding. 
Città d'Acqua (associazione con base a Venezia legata a Rete ndr), ha chiuso i battenti. Cos'è successo?
Con Città d'Acqua abbiamo collaborato per vent'anni, soprattutto sullo sviluppo urbano dei waterfront, senza dimenticare "Portus", la sua ottima rivista. Il drammatico taglio di risorse pubbliche gli ha reso la vita molto difficile, un fattore che rispecchia il momento particolarmente complicato di tutte le associazioni nazionali ed europee come la nostra. Le Autorità portuali non sempre si rendono conto di come un investimento modesto come la nostra quota annuale rappresenta un trampolino di lancio per i loro progetti. Nessun organismo privato può sostituirsi ad una rete di associazioni come la nostra, che mette sul piatto scambi di esperienze e apertura a progetti innovativi.
Con questo presupposto di dialogo interno nelle città portuali, Napoli la vedo difficile come possibile candidata ad un evento Aivp…
Non è assolutamente detto. Prima di tutto viene l'interesse e la voglia di ospitare la conferenza. Noi avviamo strategie di comunicazione, perciò la nostra presenza serve proprio a creare le condizioni di dialogo città-porto anche dove non ci sono.
 
Nella foto la sede Aivp a Le Havre