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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Politiche marittime

Cambio equipaggio, dimezzati i marittimi in attesa di rimpatrio

Rispetto a settembre scorso, a marzo sono scesi a 200 mila i lavoratori lontani da casa. Lim: "C'è ancora molta strada da fare"

Un marittimo a bordo di una nave (Patrick Savalle/Flickr)

La crisi del cambio di equipaggio sulle navi mercantili, causata dalle restrizioni del COVID-19, continua a perdurare, nonostante un deciso miglioramento. Sulla base delle ultime analisi il numero di marittimi in attesa di rimpatrio dopo aver terminato il contratto è diminuito da 400 mila di settembre 2020 a circa 200 mila di questo marzo. Un numero analogo riguarda gli equipaggi in attesa di imbarcarsi. Lo riferisce il segretario generale dell'International Maritime Organization (IMO), Kitack Lim.

Tuttavia questo numero potrebbe aumentare di nuovo, considerando che la pandemia è lungi dall'essere finita. Inoltre le campagne di vaccinazioni sono eterogenee Stato per Stato e non ci sono protocolli internazionalmente condivisi che regolamentino la mobilità dei marittimi e l'accesso alle cure mediche. Per esempio, non sono universalmente definiti "lavoratori chiave". La crisi del cambio di equipaggio è tutt'altro che finita.

Uno degli strumenti che ha permesso questo dimezzamento è stata la risoluzione dell'ONU di dicembre scorso in cui si invitava gli Stati membri delle Nazioni unite a designare i marittimi come lavoratori chiave e ad attuare misure pertinenti per consentirne il rimpatrio e garantire l'accesso alle cure mediche. «Sono lieto di poter dire che negli ultimi dodici mesi abbiamo lavorato intensamente per affrontare condizioni difficili», commenta Lim.

Purtroppo sono meno di 60 i paesi che hanno designato i marittimi come lavoratori chiave. «C'è ancora molta strada da fare prima di tornare a un normale regime di cambio dell'equipaggio», afferma Lim, il quale ha esortatato i Paesi membri dell'IMO (oltre 170) a dare la priorità ai marittimi nei loro programmi di vaccinazione. Inoltre, bisognerebbe sviluppare protocolli pertinenti e linee guida sulla certificazione dei vaccini, così da impedire barriere nei viaggi per il cambio di equipaggio. 

«Cercheremo di prendere le lezioni apprese in passato in modo da poter essere meglio preparati in futuro», ha concluso il segretario generale dell'IMO.

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