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29 marzo 2024, Aggiornato alle 14,44
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Autotrasporto, le ultime restrizioni tedesche e slovene

Per prevenire i contagi sono distinte tre aree di rischio. L'Italia è fuori. La Slovenia introduce l'obbligo di certificazione verde, ma si lavora per esentare gli autisti

(Pom'/Flickr)

La normativa tedesca sulle restrizioni per arginare la diffusione del coronavirus resterà in vigore fino al 28 luglio. È una disposizione importante per l'autotrasporto, visto che la Germania è il principale Paese di destinazione e provenienza in Europa del flusso dei mezzi pesanti. Sapere come regolarsi a seconda da dove si proviene diventa quindi fondamentale. Fai-Conftrasporto riassume quali sono le aree a rischio e come la Germania ha attualmente classificato alcuni Stati europei.

La Germania distingue tre tipi di aree a rischio: normali, ad alta incidenza (Hochinzidenz-Gebiete) e a rischio varianti (Virusvarianten-Gebiete). 

L'Italia, attualmente, non è considerata area a rischio, per cui chi proviene o ha soggiornato lì negli ultimi 10 giorni non deve sottostare a nessuna prescrizione, compreso l'obbligo di pre registrazione sul portale dedicato. Per chi è interessato ad approfondire la situazione vigente in Germania, si consiglia la pagina dedicata sul sito dell'ambasciata italiana.

Il Portogallo, il Regno Unito e la Russia sono classificate aree a rischio varianti. Di conseguenza, le seguenti regole si applicheranno ai conducenti di trasporti di merci in ingresso in Germania che hanno soggiornato in una o più dei predetti Stati negli ultimi dieci giorni: 

• Nessun obbligo di pre-registrazione sul portale dedicato
• obbligo di test negativo, o di vaccinazione o di guarigione da COVID-19 prima dell'ingresso solo in caso di permanenza superiore a 72 ore; 
• necessità della prova di un test COVID-19 negativo (test rapidi: validi fino a 48 ore, test PCR: validi fino a 72 ore). 

In alternativa, va fornita prova della vaccinazione COVID-19 completata almeno 14 giorni prima dell'ingresso o – in caso di avvenuta guarigione dal virus – la prova basata su un test PCR eseguito almeno 28 gg prima e non oltre 6 mesi prima dell'ingresso. 

Tutte queste prove possono fornirsi in tedesco, inglese, francese, italiano o spagnolo, in forma scritta o digitale. Per i soggiorni inferiori alle 72 ore non sono richieste. Per un quadro della classificazione corrente degli Stati adottata dalla Germania si rinvia a questa pagina

Dal 15 Luglio la Slovenia introdurrà l'obbligo della certificazione verde per tutti gli ingressi da oltre confine senza nessuna eccezione, quindi anche per gli autisti dei camion. È il frutto di un'ordinanza del ministero dell'Interno sloveno, disponibile cliccando qui, la quale stabilisce che chiunque entri in Slovenia è tenuto a presentare un documento che dimostri l'avvenuta vaccinazione, o la sottoposizione al tampone (molecolare entro le 72 ore, antigenico entro le 48 ore) oppure l'avvenuta immunizzazione per aver già contratto il Covid da non più di sei mesi. In mancanza di queste prove, la persona dovrà effettuare una quarantena per 10 giorni. 

A quanto risulta alla Fai-Conftrasporto, sembrerebbe che il ministero dei Trasporti sloveno si stia adoperando per esentare gli autisti dei camion da queste formalità. 

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