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18 aprile 2024, Aggiornato alle 11,20
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Assicurazioni, manutenzione, sicurezza: la nave ai tempi del Coronavirus

Le ispezioni in remoto in certi casi migliorano i controlli, in altri no. La manutenzione e la certificazione si fanno più complicate. Meno turni per i marittimi, che tendono a stancarsi di più. Il report di Allianz

(ocimf.org)

di Paolo Bosso

Il drastico allentamento della catena di approvvigionamento, le restrizioni alla mobilità delle persone, fino al blocco dei viaggi internazionali, e il crollo della domanda di mercato sono tre dei fattori determinanti per la crisi economica internazionale che stiamo vivendo. Ci stiamo anche accorgendo che alcuni lavori possono essere fatti semplicemente in remoto, ma allo stesso tempo che molti lavori fatti in remoto sono fatti peggio (si pensi ai "colletti bianchi" in ufficio, da un lato, e agli insegnanti a scuola, dall'altro).

Al di là di questi aspetti generali, che riguardano tutti, per lo shipping l'arrivo del Coronavirus ha cambiato il meccanismo delle ispezioni e sta rendendo meno sicuro il viaggio a bordo di una nave mercantile, almeno finché non si riformuleranno nuovi standard internazionali che si adeguino ai grossi cambiamenti portati da una pandemia virale e da un lockdown industriale che ha coinvolto, a cascata, oltre cento Paesi dall'inizio dell'anno. Secondo Allianz, il principale gruppo assicurativo del mondo, nel trasporto marittimo la manutenzione delle navi, il cambio di equipaggio e il meccanismo delle ispezioni di bordo si sono fatti più esposti, sia per quanto riguarda la sicurezza che le coperture assicurative. Aumetano le navi in sosta e l'attività di controllo sta andando a singhiozzo. L'ultimo report del gruppo assicurativo tedesco (Safety of Maritime Assets - Tugged By A Pandemic) ha analizzato nel dettaglio tutti questi aspetti. 

Più navi in sosta
«La dirompente pressione economica causata dalla pandemia ha serie implicazioni nella gestione del rischio sia per la comunità marittima che per gli assicuratori», afferma Rahul Khanna, responsabile del reparto marittimo di Allianz Global Corporate & Specialty. La manutenzione regolare non dovrebbe mai interrompersi, anche quando la nave è in sosta, perché i problemi possono materializzarsi proprio quando si è pronti a navigare di nuovo. Durante la messa fuori servizio (la sosta), l'equipaggio resta a bordo – con non pochi disagi sociali ed economici, soprattutto se l'armatore rischia di fallire – e vengono disattivati diversi sistemi di bordo. La nave va in assetto detto cold lay-up. Quando è il momento di ripartire, la riattivazione di questi sistemi potrebbe richiedere più tempo del previsto, «anche mesi», precisa Khanna, con una serie di test che arrivano a costare anche milioni di dollari nei casi peggiori. 

Ispezioni a singhiozzo
L'aumento delle ispezioni in remoto ha i suoi vantaggi e svantaggi. L'uso dei droni in alcune situazioni migliora la qualità e la velocità dei controlli (si pensi ai controlli di alcune parti dello scafo o in generale per raggiungere i punti più pericolosi), in altre è peggio: scarsa illuminazione, scarsa ricezione, inaffidabilità del monitor, e alcune criticità passano semplicemente inosservate. Le società di classificazione hanno un ruolo fondamentale in questi casi, aiutando a creare un fitto piano di allestimento di bordo per la ripartenza della nave: manutenzione, rassegna degli attrezzi nautici, disposizioni antincendio, fino alla disponibilità dei rimorchiatori portuali in caso di emergenza. Servizi che quando tendono a farsi in ritardo o vengono completati parzialmente mettono in difficoltà le stesse società di classificazione nel rilasciare i certificati. Lo stesso discorso si applica al Port State Control, le ispezioni di bordo dello Stato di bandiera. Secondo Nitin Chopra, consulente senior per il mare di Allianz, «l'aumento di questi ritardi e la difficoltà di mantenere le attrezzature di emergenza in buono stato richiederanno l'implementazione di ulteriori misure di controllo, aumentando ulteriormente i ritardi».

Le ispezioni a singhiozzo, per esempio, non consentono di individuare il prima possibile le parti usurate della nave. Alcuni punti deboli potrebbero restare inosservati, nascosti a lungo e manifestarsi all'improvviso in un momento sbagliato. La catena di approvvigionamento dei pezzi di ricambio è molto meno efficiente di come siamo abituati. Oggetti come l'olio librificante o le macchine di riparazione non si reperiscono più con la facilità di prima e i comdandanti tengono con più frequenza a riparare le cose con quello che si ritrovano.

In queste condizioni, diventa complicato analizzare lo stesso bunker, che dal 2020 deve essere super raffinato, per tutti i mercantili, con un bassissimo tenore di zolfo rispetto al passato, e così subisce un contraccolpo anche la catena dei controlli ambientali.

Equipaggio più stanco
Oltre alla costante attività di manutenzione di bordo, un'altra cosa diventata più difficile da fare da quando è arrivato il Coronavirus è il cambio di equipaggio, come non si stancano di ripetere gli armatori da mesi. Allianz sottolinea come questo porta inevitabilmente ad avere marittimi più stanchi, quindi che fanno più errori. Secondo Chopra, «la riorganizzazione delle fasi di lavoro e di riposo è possibile, ed è una soluzione efficace». Un'altra soluzione, infine, potrebbe essere «l'assunzione da parte dell'armatore di un gruppo di marittimi locali».

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