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20 marzo 2025, Aggiornato alle 15,40
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Politiche marittime

Assemblea Confitarma, gli interventi di Squinzi e Lupi

Confindustria vuole grandi navi e servizi di qualità, il ministro dei Trasporti chiede alle authority di non mettersi in competizione. Il 12 novembre lo Sblocca Italia sarà legge


di Paolo Bosso 
 
Tutti d'accordo sui porti, ma per vedere qualcosa di concreto bisognerà aspettare ancora qualche mese. All'assemblea Confitarma il presidente degli Industriali Giorgio Squinzi e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi hanno disegnato la loro concezione della portualità in Italia. Il primo, meno coinvolto direttamente, appoggiando sommariamente le idee degli armatori per il futuro, il secondo, più responsabilizzato come dicastero, assicurando sulle scadenze e chiedendo a tutti i soggetti del cluster di prepararsi alla riforma, o al piano della logistica, o come lo si voglia chiamare.
 
Squinzi
In uno scenario ottimistico che vede la crescita del nostro paese vicina allo 0,5%, il presidente Confindustria ha sottolineato tre punti importanti per la portualità: accessibilità delle grandi navi, servizi logistici di qualità ed efficienza intermodale. 
«L'industria del mare – ha affermato – vale 7 miliardi di euro l'anno, il 2,6% del Pil». Il futuro è fatto di pianificazione, infrastrutture, buona burocrazia e autorità portuali adeguate. Quest'ultimo punto è quello che ha animato maggiormente il dibattito dell'assemblea, visto che ancora non si sa che fine faranno: saranno accorpate?, quante?, come? Il tutto in un panorama dove attualmente a essere commissariate sono quasi la metà.
«La spending review per le authority non significa tagli – spiega Squinzi – ma efficienza e competitività». Solo dopo aver reso più efficiente il sistema portuale secondo Confindustria si potrà parlare di autonomia finanziaria.
 
Lupi
Non c'è crescita senza mare, l'industria marittima è importante, etc. A parte queste amenità, ciò che importa al ministro dei Trasporti è la riorganizzazione delle 24 autorità portuali. «Le risorse sono poche, dove le mettiamo?» ha detto. Perciò via all'accorpamento, «senza far sparire la metà dei porti, ma al contrario facendoli collaborare tra loro più di quanto fanno adesso». Affinché la riforma dei porti, o il piano della logistica, sia però efficiente è importante che la competitività sia rivolta all'Europa, non alla regione vicina. «Basta con la concorrenza tra aerei e ferrovie, porti e interporti» afferma Lupi.
Il 12 novembre il decreto Sblocca Italia diventerà legge, e con esso l'articolo 29 che stabilisce l'avvio di un piano nazionale della logistica previa presentazione dei progetti infrastrutturali da parte dei porti, che avranno 90 giorni per farlo. 
Concludendo, Lupi si è detto favorevole a un tavolo di confronto tra Assoporti, ministero dei Trasporti e Confindustria (e i sindacati) con un'agenda fitta di temi, dall'economia all'ambiente, passando per le opere e la governance.