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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Armamento italiano leader, ma è un elefante burocratico

All'assemblea Confitarma il punto su ambiente, occupazione, legge di bilancio, norme vetuste e una 'competizione burocratica' che va trasformata in competizione verso il mercato


di Paolo Bosso

La forza del Registro internazionale, che in vent'anni ha raddoppiato il tonnellaggio (da 8,5 milioni a 16,3, ma è in calo dall'apice del 2012). La forza del mercato crocieristico e della flotta ro-ro, prima al mondo. Ma ci sono anche anacronismi, come un decreto del 1895 che regolarizza la sanità marittima, quando le navi andavano a vela e carbone. Oggi, mentre tutte le navi del mondo sono soggette a tre visite sanitarie (regolate dal Maritime Labour Convention del 2006 dell'organizzazione Internazionale del Lavoro), quelle che battono bandiera italiana ne devono effettuare 15 (tre col MLC, 10 ai sensi della legge 1045 e 2 col d.lgs. 271/1999), «tutto per verificare sostanzialmente le stesse cose», afferma il presidente di Confitarma, Mario Mattioli, nel corso dell'assemblea dell'associazione che rappresenta gli armatori italiani. Infine, un benedetto organismo governativo, ministeriale soprattutto, dedicato specificamente allo shipping che ne spinga lo sviluppo economico.

Quello che esce dall'assemblea di Confitarma, tenutasi mercoledì nella sede di Confindustria a Roma, è un armamento nazionale in buona salute tutto sommato, leader mondiale nel trasporto dei rotabili e virtuoso nei passeggeri. Ma ancora un elefante della burocrazia: antiquato, contorto, eccessivamente puntiglioso e affollato di enti di controllo in conflitto o in ridondanza. Insomma, burocratico. Non c'è altra strada, bisogna digitalizzare le carte riducendo la 'competizione burocratica' interna per realizzarne un'altra più importante, quella verso il mercato. 

«Ci sono deficit tecnici nel mio ministero», ammette il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli,  nel corso del suo discorso. Presente in sala anche il vicepremier Matteo Salvini. «Il presidente del Consiglio sta preparando un decreto per migliorarne la struttura», ha rassicurato Toninelli, che ha poi riassunto le virtù dell'armamento italiano tra crescite decennali, tonnage tax, ect. «Abbiamo il pre-clearing in 14 porti, 1,650 le navi sdoganate così l'anno scorso. La presidenza del Consiglio sta preparando un decreto sull'interscambio telematico di arrivi e partenze», ha riferito.

Le perplessità sulla legge di bilancio
Inconsistenza della legge di bilancio, secondo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si giocherà sulla crescita. «Se la 'stagione riformista' sul deficit porterà alla crescita, sarà un successo, altrimenti un fallimento», ha detto. Intanto non sembra, secondo Boccia, che si vada in quella direzione considerando che sono state ridotte le risorse su ricerca, industria 4.0 e digitalizzazione. «Bisogna aumentare gli investimenti in questi settori per far crescere le esportazioni». Poi ci sono le infrastrutture materiali come la TAV e la TAP, secondo Boccia da realizzare senza dubbio: «Se i nostri nonni - ha detto - avessero fermato le autostrade, dove saremmo oggi?», riferendosi ai cambiamenti in gioco sui cantieri ferroviari della Torino-Lione e della Trans-Adriatic Pipeline (TAP) in Puglia. Infine, nella legge di bilancio «non c'è traccia di istruzione sulla manovra. L'Italia sforna circa 8 mila allievi l'anno, la Germania 800 mila».

Un Registro internazionale 'ambientalmente dannoso'
Un altro tema attuale tanto in Italia che in tutto il mondo è la politica sulle emissioni. Lasciando stare per un attimo le normative IMO del 2020 sul tenore di zolfo del combustibile marittimo, c'è una contraddizione nel Registro internazionale, ha detto Mattioli: il ministero dell'Ambiente lo mantiene nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi. «Non è curioso che un settore come il trasporto traghetti sia catalogato, attraverso il Registro, come ambientalmente dannoso?», ha detto Mattioli rivolgendosi a Toninelli e riferendosi alle economie di scala e alle basse emissioni di una nave di questo tipo che, proprio con le direttive IMO del 2020, sarà destinata a inquinare sempre meno. Sull'ambiente, nei prossimi due anni, ci saranno due nodi da sciogliere: l'approvvigionamento di carburante con molto meno zolfo e, in alternativa, quello di gas naturale liquefatto (LNG) su cui ancora non è possibile prevedere l'offerta di mercato e la quantità di punti di rifornimento e stoccaggio che saranno operativi da qui al 2020.

Mario Mattioli ha riassunto in tre istanze l'attualità dell'armamento marittimo italiano:

1. L'immutabilità del Registro internazionale
2. La semplificazione delle procedure burocratiche, «ormai indifferibile»
3. Un organismo dedicato «alle peculiari esigenze del mondo marittimo-portuale è assolutamente necessario»

I numeri dell'armamento italiano. 

2012: l'apice della flotta
L'apice dello shipping italiano è stato nel 2012, quando sono state raggiunte 19,2 milioni di tonnellate di capacità della flotta, oggi è pari a 16,3 milioni. 

Pil, beni e servizi
Lo shipping vale il 2 per cento del Pil, il 3,5 per cento della componente non statale. Acquista ogni anno 20 miliardi di beni e servizi con un elevato valore aggiunto degli addetti. Nel 2017, il 60 per cento circa delle merci importate e il 50 delle esportate sono transitate via mare, per un totale di 215 milioni le tonnellate, uno dei valori più alti del Vecchio continente. Il cluster marittimo vale 33 miliardi di beni e servizi prodotti. L'Italia è il principale mercato crocieristico d'Europa e uno dei principali del mondo: volume d'affari da 13 miliardi (quasi il 30 per cento del valore complessivo europeo) con un'occupazione nell'indotto di 120 mila persone. 

Occupazione
L'occupazione complessiva delle attività collegate al mare, logistiche e marittime, si aggira sul mezzo milione tra diretti e indotto. La bandiera italiana è al primo posto nel mondo per numero di marittimi italiani e comunitari occupati, pari a 38 mila nel 2017, 8,500 gli occupati a terra - anche se, come detto prima, forma pochissimi allievi rispetto ad altri stati europei . «La facoltà data dalla legge di poter imbarcare su alcune delle nostre navi anche marittimi extracomunitari garantisce sia la competitività della nostra flotta di bandiera che l'imbarco di un numero elevato di marittimi italiani e comunitari», ha detto Mattioli.