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16 maggio 2024, Aggiornato alle 16,23
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Armatori

Alla Cina non piace neanche l'alleanza tra Maersk ed Msc

Anche se inferiore alla P3, non è detto che 2M possa avere vita facile in Asia. Con una quota al 36% i prezzi dei servizi potrebbero aumentare significativamente


 
Uno degli eventi di maggiore importanza per lo shipping in questa prima metà dell'anno è stata l'evoluzione dell'alleanza tra le principali compagnie europee, la danese Maersk, l'elvetica Mediterranean Shipping Company (MSC) e la francese CMA CGM. 
Il loro accordo iniziale, P3, su cui da tempo lavoravano, avrebbe dovuto creare una sorta di colosso mondiale della navigazione, con una flotta di navi e di container senza pari su scala mondiale. La bocciatura da parte del ministero del Commercio cinese, secondo il quale avrebbe determinato una situazione di monopolio, ha di fatto cambiato gli equilibri. Le compagnie sono ritornate sui propri passi e ritornate all'attacco con un nuovo accordo che include questa volta soltanto Maersk e MSC, autobattezzatesi 2M.
 
Alla Cina non piace la 2M 
Sebbene non ci siano ancora notizie ufficiali, non è detto che 2M possa avere un esito diverso rispetto alla P3, almeno per quanto riguarda gli "ispettori" cinesi. Gli operatori del paese asiatico, infatti, sono preoccupati altrettanto dal possibile peso che 2M potrebbe avere sul mercato dello shipping nazionale, facendo aumentare i prezzi e modificando gli attuali equilibri (preoccupazioni simili a quelle dei caricatori europei).
La nuova alleanza Maersk+MSC non dovrebbe tardare a entrare in azione e, nella visione delle due società, non ripresenta gli stessi pericoli per il mercato cinese della P3. Ma 2M potrebbe avere il controllo sulla maggior parte delle rotte Asia-Europa, e se queste rotte aumenteranno, potrebbe anche incidere direttamente sui prezzi e sui servizi. Sembra di risentire le stesse paure e le stesse incertezze riguardanti il "trittico" Maersk+MSC+CMA CGM.
In un mercato complesso e per alcuni tratti incomprensibile come quello cinese, la preoccupazione delle autorità e delle imprese locali è di ritrovarsi con un ennesimo monopolio, con ripercussioni sul mercato tali da rendere di fatto inutili e impossibili delle manovre da parte dei cinesi per incidere sui prezzi, per tutelarsi e crescere come invece previsto.
 
Maersk ed Msc sono tranquilli 
I soci di 2M sono però convinti che non ci saranno intoppi legali e che la strategia comune messa in atto potrà diventare operativa il prima possibile. La P3 era stata bocciata perché aveva una quota di mercato in Asia troppo alta (46%, mentre per 2M, senza CMA CGM, è del 36%) per le autorità cinesi, e perché piuttosto che essere una condivisione di servizi si prefigurava come una vera società. Con l'esclusione dei francesi di CMA CGM, queste obiezioni potrebbero essere superate e, infatti, Maersk ed MSC hanno deciso di non richiedere l'approvazione del ministero del Commercio, ma di limitarsi a ottenere i permessi del ministero dei Trasporti in base alla legislazione marittima, che in ogni caso ha dei vincoli che devono essere soddisfatti e che saranno analizzati. Qualora però il ministero dei Trasporti ravvisi dei danni alla competizione economica, può intervenire per rimuovere il problema, e non è escluso che la China Shipowner's Association, l'associazione degli armatori cinesi, possa fare (nuovamente) pressioni affinché il caso 2M venga di nuovo affrontato guardando soprattutto alle implicazioni economiche che avrebbe sulle imprese locali. Il coinvolgimento degli armatori e degli operatori cinesi nella decisione non può che essere supposto, ma certamente 2M pone un problema per le attività locali. La 2M non avrebbe alcun interesse a iniziare una lotta con le organizzazioni di settore cinesi, poiché il mercato è troppo importante per rischiare di aver ricadute più gravi in futuro. 
 
fonte: Lloyd's List