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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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Politiche marittime

3,4 miliardi per la biodiversità degli oceani: è l'agenda Ue per il mare

Commissione europea e Affari esteri presentano i contenuti in vista della Conferenza ONU di Lisbona: limitare l'attività estrattiva, ridurre la pesca intensiva, aumentare la biodiversità e sviluppare le conoscenze

(Michael Fraley/Flickr)

a cura di Paolo Bosso 

Oggi la Commissione europea e l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno presentato la nuova agenda dell'Ue sulla governance internazionale degli oceani, che propone azioni per un oceano sicuro, pulito e gestito in modo sostenibile, così come prevede l'Agenda 2030 delle Nazioni unite e lo sviluppo sostenibile n. 14 sulla vita sott'acqua, quest'ultimo parte del Green Deal europeo. Un'agenda che vale circa 3,4 miliardi di euro di investimenti in sette anni e che verrà presentata alle prossime conferenze internazionali sul clima, come la seconda Conferenza delle Nazioni unite sugli oceani, che si terrà dal 27 giugno al primo luglio 2022 a Lisbona, e la conferenza delle Nazioni unite sulla biodiversità (COP15), che si terrà dal 5 al 17 dicembre 2022 a Montreal, per poi essere discussa dal Parlamento e dal Consiglio europeo. Tutte tappe che dovrebbero portare, da parte della Commissione Ue, a proposte giuridicamente vincolanti per ripristinare gli ecosistemi marittimi.

L'agenda Ue sugli oceani risale al 2016. Oggi tiene conto di fenomeni quali l'aggravarsi dell'impatto dei cambiamenti climatici e la riduzione della biodiversità. Prende atto anche delle mutate condizioni geopolitiche, ad esempio l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, e stabilisce una serie di azioni generali, quali: rafforzare il quadro internazionale di governance degli oceani a livello globale, regionale e bilaterale; rendere sostenibile lo sfruttamento del mare entro il 2030; rendere il mare un luogo sempre più sicuro, a fronte di una concorrenza sempre più agguerrita sulle acque internazionali dei Paesi membri; infine, sviluppare le conoscenze in materia di oceani a livello internazionale. Entrando nello specifico, l'agenda promuove e impegna l'Unione europea a:

fermare la perdita di biodiversità marina e invertirne la tendenza, concludendo quanto prima un ambizioso trattato delle Nazioni unite che prevede di garantire la biodiversità marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale e conseguendo l'obiettivo del 30  per cento di zone marine protette entro il 2030; 
vietare le attività estrattive in acque profonde;
• regolamentare una pesca più sostenibile, sulla cui base poggia l'importante accordo multilaterale che contribuisce alla protezione degli oceani raggiunto nell'ambito dell'OMC il 17 giugno scorso, dopo ventun'anni di negoziati; un accordo globale sulla plastica giuridicamente vincolante entro il 2024; 
garantire sicurezza e protezione in mare cooperando con la NATO e contrastando il lavoro forzato; 
sviluppare le conoscenze oceanografiche creando un'interfaccia scientifico-politica intergovernativa per la sostenibilità degli oceani, con l'obiettivo di istituire un gruppo intergovernativo per la sostenibilità degli oceani (IPOS);
investire nel mare fino a un miliardo di euro per la biodiversità, anche in acque d'altura, nel periodo 2021-2027, e 350 milioni all'anno per la ricerca oceanica attraverso il programma Orizzonte Europa 2021-2027. In tutto, le risorse sarebbero pari a circa 3,4 miliardi.

Commentando tutti questi contenuti, Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, afferma che: «l'UE e i suoi Stati membri dispongono congiuntamente della zona economica esclusiva più grande del mondo, tuttavia quasi due terzi degli oceani mondiali si trovano al di fuori delle giurisdizioni nazionali. Occorre pertanto un approccio globale collettivo per proteggerli e ripristinarli e sfruttare il loro enorme potenziale in modo sostenibile a vantaggio delle società di tutto il mondo. L'aggiornamento dell'agenda sulla governance internazionale degli oceani rafforza ulteriormente il nostro ruolo di volano e partner credibile nell'elaborazione di soluzioni reali e sostenibili alle sfide con cui si confrontano i nostri oceani».

Per Virginijus Sinkevičius, Commissario per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, «dobbiamo avere più cura dei nostri oceani. Con la nostra nuova proposta di legge sul ripristino della natura vogliamo riportare alla salute gli ecosistemi marini in Europa, ma non è abbastanza. Dobbiamo mobilitare i nostri partner globali per conseguire una gestione sostenibile degli oceani e una vita marina sana in tutto il mondo. Per questo motivo la Commissione impegna fino a un miliardo di € a favore della biodiversità oceanica e costiera e delle azioni per il clima a livello internazionale. Oggi esortiamo tutti i nostri partner internazionali a promuovere l'attuazione dei nostri impegni congiunti e a concentrarsi su azioni ambiziose per gli oceani in vista della prossima COP 15 per la biodiversità».

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