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20 aprile 2024, Aggiornato alle 11,43
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Infrastrutture

Una "maratonina" per scoprire il San Vincenzo

Domenica scorsa il Propeller Club di Napoli ha tenuto una maratona amatoriale lungo il molo di epoca borbonica dello scalo partenopeo. Un evento per sensibilizzare i cittadini sulla realtà di una banchina dalle grosse potenzialità, ma ancora chiusa al pubblico il video di Paolo Bosso  


Una "maratonina" per ricordare a istituzioni, cittadini e turisti la realtà del molo San Vincenzo, il molo di epoca borbonica nel cuore della città di Napoli. Qui, domenica scorsa, si è tenuta, insieme a operatori, armatori e istituzioni, una gara di running amatoriale organizzata dal Propeller Club di Napoli. Da sempre chiuso al pubblico (il varco di accesso coincide con la sede della Marina Militare), mezzo ristrutturato, la banchina ha grosse potenzialità turistiche e commerciali grazie alle sue grosse dimensioni (2,5 chilometri in lunghezza e circa 50 in larghezza su due livelli). Gli unici che finora hanno da sempre cercato di attirare l'attenzione sul San Vincenzo sono stati gli agenti marittimi partenopei capeggiati da Umberto Masucci (nella foto), attuale presidente del Propeller Club, che ha organizzato l'evento. «Oggi è stata una giornata di festa – ha detto Masucci - siamo riusciti a raccogliere un centinaio di napoletani e turisti. Il molo San Vincenzo dovrà essere già dall'anno prossimo il futuro del porto con l'arrivo di navi da crociera e yacht». «E' un molo straordinario – ha commentato Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, che ha dato il via alla gara - va aperto non solo per questi eventi ma bisogna riconsegnarlo alla città. Ci stiamo impegnando con governo, Capitaneria di Porto, Marina Militare e Authority. E' compito di questa amministrazione restituire ai cittadini e ai turisti il Molo San Vincenzo che è una perla della città». «Qui ci sono delle potenzialità enormi – ha aggiunto il presidente degli agenti marittimi di Napoli Michele Pappalardo - basta guardarsi intorno, abbiamo di fronte un vero e proprio borgo, può essere utilizzato per tante cose. C'è il bacino borbonico, la passeggiata a mare, il molo. La nostra idea è certamente quella di utilizzarla per il turismo, ovvero crociere e megayacht». Domenico Picone, direttore marittimo della Campania e comandante della Capitaneria di Porto di Napoli, spiega quali sono i prossimi passi da fare: «Sono in corso delle procedure per liberarlo da tutti i relitti affondati. Questa è l'operazione preliminare per poter poi valutare la possibilità, ma è a tutti gli effetti una certezza, di ormeggiare, speriamo in un futuro prossimo, almeno una nave da crociera». 
Nessuno si sbilancia su come sfruttare questo spazio quando e se sarà aperto a breve. Tutti parlano di crociere e yacht, ma a dirlo sono stati finora solo i diretti interessati, gli agenti marittimi appunto. Manca ancora l'opinione delle istituzioni, nonché dei cittadini. De Magistris non si sbilancia: «L'importante è aprirlo alle persone, poi vedremo tutti insieme qual è la soluzione migliore». «Non facciamo previsioni faraoniche – conclude Picone - corriamo il rischio di non fare niente. Prepariamo le condizioni idonee, iniziamo a portare le navi da crociera»
Trattandosi di una banchina davvero ampia, il turismo commerciale può rappresentare solo una parte. Un museo nei numerosi locali borbonici, concerti, spettacoli, convegni, un parcheggio per i camper come vorrebbe l'assessore allo sviluppo del Comune di Napoli Marco Esposito. Insomma tutto e di più. Manca soltanto la volontà di farlo.
 
 
Paolo Bosso