di Marco Molino
Ogni porto è una piccola città con le sue strade, le piazze e i magazzini, con le officine e le sale d'attesa, con uffici, negozi e ristoranti. Tutto un mondo che ruota intorno all'approdo e alla partenza delle navi. Operazioni che però risulterebbero impossibili senza quelle strutture fondamentali per uno scalo marittimo: i moli. È lungo quei confini di cemento tra terra e mare che si decidono le sorti dei cluster portuali.
Uno scalo competitivo deve disporre oggi di banchine attrezzate e funzionali. La parola d'ordine è "innovare" e anche quest'anno in Italia molti porti hanno investito fondi (o progettano di farlo) per elettrificare i moli e rendere i fondali adatti all'attracco delle grandi navi. Sono stati abbattuti vecchi fabbricati per far posto ai nuovi, si è lavorato per espanderli e creare nuovi accosti, o per rinnovare vecchie concessioni. Anche l'arte ha trovato il suo spazio su queste solitarie propaggini delle città destinate ad accogliere le navi. Scopriamo dunque, in rapida carrellata, quali sono stati i più significativi interventi (o passaggi istituzionali) del 2025.
Quasi a sottolineare l'importanza dei moli per lo shipping, nel mese di gennaio il gruppo Mediterranean Shipping Company (Msc) ha richiesto all'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centrale una concessione di aree e banchine nel porto di Ancona da destinare al traffico crocieristico. Msc propone di realizzare sull'area una stazione marittima per le crociere con una superficie di 2.600 metri quadrati dove organizzare accoglienza, ricezione e movimentazione dei crocieristi, occuparsi delle attività di safety e security, allestire un deposito bagagli ed eventuali servizi di bar, ristorazione e negozi.
Nel porto di Civitavecchia sono invece già stati presi in consegna a marzo i piazzali delle banchine 33 e 34 della darsena traghetti. L'intervento dovrebbe consentire di implementare ed aumentare le aree operative dello scalo laziale di ulteriori 50 mila metri quadri di piazzali completamente urbanizzati, che sono dotati di 11 torri faro da 30 metri con illuminazione a led e di un nuovo impianto antincendio.
Intanto a Brindisi sono partiti, nel mese di aprile, i lavori di dragaggio e banchinamento tra il pontile petrolchimico e Costa Morena Est e la realizzazione di nuovi accosti a Sant'Apollinare. Nel progetto della cassa di colmata si è lavorato per aumentare in modo significativo la superficie permeabile e ridurre il volume della cassa di circa 150 mila metri cubi. Ciò comprende anche la riduzione del fronte di attracco, l'espansione del canale (da 45 metri a 130 metri) e una diversa sistemazione dei confini terrestri e della sponda occidentale del canale.
Negli stessi giorni è partito a Livorno l'ammodernamento delle infrastrutture portuali dedicate alla filiera agroalimentare con la consegna ad un Raggruppamento Temporaneo d'Imprese dei lavori di ripristino di parte della banchina est del canale industriale. L'intervento consiste nel riprofilamento di circa 450 metri di banchina presso una parte dell'accosto 33, e presso gli accosti 34 (in concessione alla Grandi Molini Italiani) e 35 (al servizio delle navi che trasportano prodotti agroalimentari freschi destinati al retrostante Terminal Reefer).
A maggio è stato dato l'ok alla realizzazione del progetto di "Resecazione della banchina di Ponente nei tratti G-H-I" del porto di Gioia Tauro. L'opera si è resa necessaria per permettere il sorpasso nel canale portuale delle navi di grandi dimensioni in presenza, lungo la banchina di Levante lato Nord, di altre navi ultra-large, al fine di rendere funzionale anche il tratto D ad una profondità di 17,4 metri. Confermando l'importanza del cold ironing, in ottobre è stato firmato, sempre a Gioia Tauro, il "Memorandum d'Intesa" tra AdSP e Mit per assicurare la copertura finanziaria agli interventi di elettrificazione della banchina di Levante e delle banchine ro-ro.
A La Spezia l'Autorità di sistema portuale della Liguria Orientale ha consentito al Gruppo Tarros l'occupazione dello specchio acqueo antistante lo spazio già in concessione, una superfice complessiva di 4,352 metri quadri. La concessione, partita il primo giugno, è propedeutica alla realizzazione del molo previsto nella prima fase dei lavori di ampliamento del terminal, intervento che contribuirà a incrementare i volumi del porto spezzino.
Durante il mese di maggio è anche partita a Bari la gara per l'ampliamento del Molo San Cataldo, dove attualmente risiede la Guardia Costiera. Sul Molo San Cataldo verranno realizzati tre nuovi punti di ormeggio, per la lunghezza di circa 400 metri; mentre, le superfici restanti saranno destinate sia alla Guardia Costiera e sia all'approdo turistico.
A Porto Torres è stato annunciato in giugno lo spostamento nello scalo sardo del fortino militare e della statua della Madonna, propedeutico all'avvio dei lavori di resecazione, per una lunghezza di 80 metri, della banchina Alti fondali. È attesa l'approvazione del progetto da parte della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio. Sempre in Sardegna, il piazzale delle Rocce Rosse di Arbatax è stato al centro di una radicale riqualificazione paesaggistica con l'abbattimento di un fabbricato abbandonato e pericolante, un tempo adibito ad uffici della locale impresa portuale, a info point e servizi igienici mai entrati in funzione, che costituiva un vero e proprio intralcio all'afflusso nell'area per le migliaia di visitatori.
Il porto di Napoli ha intanto inaugurato a luglio la stagione dell'arte sui suoi moli. Le facciate degli edifici industriali sono infatti diventate "tele" per gli artisti che hanno contribuito a rafforzare il legame tra il mare e la città. La prima opera del programma "Il porto dei murales" è firmata da Mr. Pencil, alias Domenico Acampora, artista di Torre del Greco ed è realizzata su un edificio industriale situato nella zona di Calata Porta di Massa. I moli toscani di Livorno, Piombino e Portoferraio sono invece interessati dagli interventi per realizzare i sistemi di cold ironing, l'elettrificazione delle banchine che consentirà alle navi ormeggiate di spegnere i motori ausiliari, riducendo l'inquinamento. L'Autorità di sistema portuale del Tirreno Settentrionale ha annunciato che in particolare nel porto di Livorno è stata realizzata una parte consistente dei percorsi in scavo con la posa dei cavidotti sia nell'area passeggeri che in quella dei container.
Nel porto di Catania è stato intanto completato il restyling del molo 25, intervento che consente ora allo scalo siciliano di avere una terza banchina dedicata al traffico delle crociere. La struttura ha una linea di accosto di 405 metri con un fondale minimo di 9 metri ed un'area di sosta di settemila metri quadri dedicata ai pullman turistici e alla logistica di terra.
Il porto di Ravenna punta invece sull'Intelligenza Artificiale per curare l'adeguamento delle banchine e del nuovo terminal Trattaroli, rifornito di rotaie e altri componenti. La scelta delle rotaie più adatte è stata fatta con il supporto del Politecnico di Milano.
Nel porto di Barletta, infine, sono cominciati ad ottobre i lavori di installazione del nuovo impianto di illuminazione del Braccio di Levante. L'opera pagata interamente dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale prevede l'installazione di nuovi pali della luce dalla radice fino alla punta del molo, corpi illuminanti a led che consentono contestualmente di avere una visibilità perfetta di tutta la zona, limitando significativamente l'impatto nei consumi energetici.
In conclusione, quali elementi di riflessione ci fornisce questa breve panoramica? Sostanzialmente che i moli rimangono fondamentali nell'economia dei porti italiani, ma la competitività internazionale degli scali si gioca – come sanno bene le Autorità di Sistema – sulla capacità di innovare (presto) queste imponenti strutture.























