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07 ottobre 2024, Aggiornato alle 09,21
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Politiche marittime

Una logistica di sistema per la resilienza economica

I porti sono la piattaforma naturale di approdo e partenza delle merci in Italia, e la Sicilia è uno dei luoghi con le potenzialità inespresse. L'opinione del presidente di Confetra Sicilia

(Euro Slice/Flickr)

di Mauro Nicosia, presidente di Confetra Sicilia

L'importanza strategica del sistema logistico nazionale quale asse portante della capacità di un sistema economico di essere "resiliente" è ormai un aspetto universalmente riconosciuto e condiviso da tutti. La logistica è infatti un settore essenziale e in particolare quella marittima può diventare uno straordinario volano di sviluppo anche grazie al posizionamento strategico dei porti siciliani.

In questo contesto infatti i porti siciliani – come parleremo anche durante l'evento di Confetra ‘Agorà' - possono avere un ruolo fondamentale nello sviluppo della capacità attrattiva dei traffici che hanno dimostrato di voler continuare ad insistere, nonostante la crisi determinata dalla pandemia, nel contesto euromediterraneo. Su quali infrastrutture investire, come e quando farlo, è una scelta che però non può essere fatta a prescindere dal contesto economico euro mediterraneo e dalle sue prospettive di crescita.

L'analisi dei mercati la cui piattaforma logistica naturale è il sistema portuale della sponda sud del Mediterraneo è il piano sul quale fondare le scelte infrastrutturali per il Sud. È infatti da questa direttrice che, nel medio periodo, sembra dovranno svilupparsi maggiormente i traffici. Per rendere la Sicilia e il mezzogiorno un gate d'ingresso al mercato europeo bisogna costruire un'offerta logistica che provi ad anticipare le esigenze di questi traffici.

La Sicilia, punto nodale dal quale si dipanano molte delle autostrade del mare attive oggi in Italia, può essere il fulcro di un sistema portuale le cui potenzialità sembrano ancora in gran parte inespresse. I porti di Catania e Palermo (quest'ultimo insieme a molti dei restanti porti della Sicilia Occidentale) hanno sviluppato molto il traffico Ro-Ro negli ultimi anni rendendo l'sola intera un hub del short sea shipping (traffico a breve distanza), e dei 100.000 Teu movimentati annualmente in Sicilia, più del 60% sono appannaggio del solo porto di Catania. Il porto di Augusta, con circa 20 mln di tonnellate movimentate, è il terzo per volumi, dopo Trieste e Cagliari, nelle rinfuse liquide, ed infine il sistema portuale dello stretto di Messina continua ad assolvere al ruolo di gateway di persone e merci da e per l'Isola (nel 2019 sono transitate per il porto di Messina 995 mila mezzi) e di primissimo piano nel settore delle rinfuse liquide (17 mln di tonnellate movimentate).

L'innovazione tecnologica e la digitalizzazione delle procedure sono i pilastri su cui deve poggiare una nuova visione della mobilità attraverso la quale sviluppare il sistema logistico portuale siciliano. Lo Scandinavian-Mediterranean Corridor (Helsinki-Malta) tra le reti TenT dell'Unione Europea è certamente uno dei più strategici e considera i porti di Messina, Palermo ed Augusta asset importanti. Il porto di Augusta, per la conformazione della sua rada, per gli spazi disponibili e per il contesto territoriale nel quale è inserito è già un candidato ad assolvere il doppio ruolo di porto Hub e Gateway. Infine, la presenza del porto di Catania a poche miglia e di infrastrutture come l'aeroporto di Catania (che con la realizzazione di una seconda pista e il potenziamento del sistema cargo potrebbe diventare strategico nel panorama logistico mediterraneo) e il polo intermodale completano il quadro di un sistema dalle grandi potenzialità. La capacità di un territorio e delle sue infrastrutture di attivare e stimolare attività manifatturiere di trasformazione e lavorazione delle merci permette infatti di accrescere notevolmente il valore economico generato da ogni singolo container in transito.

La logistica moderna si basa sulla realizzazione di reti di interconnessione tra porti e strutture logistiche dell'hinterland. Il potenziamento quindi dell'offerta intermodale siciliana passa attraverso la pianificazione e la realizzazione di infrastrutture ferroviarie e stradali efficienti e performanti che sappiano quindi superare l'effetto bottle neck tra i porti e il loro contesto territoriale di riferimento. La competitività dei porti siciliani e la loro capacità di attrarre le merci passa soprattutto dalla loro capacità di attrezzarsi.  Tali connessioni, materiali ma anche immateriali, devono apparire adeguate a gestire l'aumento del traffico che i principali porti siciliani si candidano a fronteggiare. Ancora troppo marginale, anche per la mancanza di adeguate infrastrutture (il ponte sullo Stretto primo fra tutti), è infatti la percentuale di merce che utilizza il trasporto combinato.

È necessario quindi sviluppare un piano di potenziamento delle infrastrutture esistenti, adeguandole alle sfide che il contesto euromediterraneo presenta e agli standards europei. L'ampliamento delle superfici portuali, l'adeguamento delle banchine ad ospitare navi sempre più grandi, la realizzazione di depositi di GNL, la riconversione energetica in chiave green delle infrastrutture portuali sviluppando l'offerta di banchine elettrificate al servizio de traffico passeggeri e commerciale. La riqualificazione delle arterie autostradali in "Smart road" dotate di aree di sosta attrezzate e il potenziamento della rete ferroviaria e degli interporti siciliani. Queste sono solo alcune delle azioni che renderebbero più attrattivo il sistema logistico siciliano. La programmazione dei fondi UE per il Mezzogiorno e il PNRR sono quindi opportunità da non perdere.

In questo scenario le due Zone economiche speciali (ZES) istituite in Sicilia Occidentale ed Orientale possono diventare una opportunità alla quale affidare questa prospettiva. Lo snellimento delle procedure autorizzative previste all'interno delle ZES, più che i vantaggi economici sono il presupposto per rendere attrattive le realtà portuali di Catania, Augusta, Messina e di Palermo. Ma le sole ZES potrebbero non essere sufficienti senza essere integrate con Zone Franche portuali. L'esenzione di IVA e dazi per le merci extra UE possono infatti rappresentare un valido strumento di supporto per rendere le ZES siciliane ancora più competitive.

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Tag: sicilia - Confetra