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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Politiche marittime

Ucraina, tutte le navi dei cereali cambiano percorso

"Razoni", la prima, non è mai arrivata a Tripoli. Trattandosi di prodotti molto preziosi, c'era da aspettarselo e gli accordi tra Russia, Ucraina e Turchia prevedono espressamente cambi di itinerario

(via: imo-newsroom.prgloo.com)

a cura di Paolo Bosso

Dal primo al 15 agosto il Joint Coordination Centre  (JCC) - nato a Istanbul il 27 luglio all'interno del Black Sea Grain Initiative firmato da Russia, Turchia e Ucraina per riprendere le esportazioni di cereali dal paese in guerra - ha autorizzato un totale di 36 movimenti di navi, di cui 21 in partenza e 15 in entrata, trasportando soprattutto grano, generi alimentari, fertilizzanti e ammoniaca. Le ispezioni sono state positive per un totale di 27 navi.

Circa la metà di queste spedizioni, però, non hanno raggiunto il porto prefissato e praticamente tutte quelle partite hanno modificato in corso d'opera le call dei porti, secondo quanto risulta al Lloyd's List intelligence. Fenomeno che indica la problematicità di un trasporto del genere da un paese in guerra, gli interessi in gioco e le necessità di approvvigionamento per gli stati in crisi alimentare. Razoni, per esempio, la prima nave di cereali partita dall'Ucraina, il primo agosto, avrebbe dovuto raggiungere Tripoli, in Libano, come primo porto di approdo, ma non ci è mai arrivata e al 12 agosto risulta attraccata nello scalo di Tartus, in Siria. Rojen, prima di raggiungere Teesport, nel Regno Unito, è approdata a Ravenna, anche se la sua destinazione finale resta al momento l'Inghilterra. "Star Laura", originariamente destinata all'Iran, attualmente si trova in rada al Pireo.

In realtà gli accordi commerciali stretti all'interno dell'iniziativa prevedono espressamente la possibilità di cambiare rotta. Il cibo in viaggio verso Gibuti, ad esempio, riguarda 23 mila tonnellate di grano acquistato dal Programma alimentare mondiale dell'ONU per rifornire l'Etiopia, che sta vivendo una grave siccità, e potrebbe approdare in altri porti per facilitarne la distribuzione. Ma, allo stesso tempe, una parte di questo carico potrebbe essere stato dirottato e consegnato scorrettamente da altre parti, al di fuori degli accordi in seno al JCC. 

Secondo la Food and Agriculture Organization dell'ONU, l'Ucraina contribuisce rispettivamente al 10,3 e al 12,6 per cento delle esportazioni globali di grano e mais. La sua quota per i prodotti legati al girasole (semi e olio) è del 48,2 per cento. Tra cereali e grano, la merce accumulata in Ucraina dovrebbe aggirarsi sulle oltre 20 milioni di tonnellate.

Comunque sia, nella prima metà di agosto, delle 21 navi autorizzate a lasciare l'Ucraina, tutte ispezionate in Turchia prima di iniziare il loro viaggio, sono partite dai porti di Odessa (11), Chornomorsk (6) e Yuzhny/Pivdennyi (4). Hanno trasportato in totale 563,317 tonnellate di merce, così ripartiti: 451,481 tonnellate di mais; 50,300 tonnellate di farina di semi di girasole; 41,622 tonnellate di grano; 11 mila tonnellate di semi di soia; 6 mila tonnellate di olio di semi di girasole; 2,914 tonnellate di semi di girasole.

Secondo le informazioni fornite al JCC, le destinazioni preliminari includono: Turchia (26 per cento del totale), Iran (22%), Corea del Sud (22%), Cina (8%), Irlanda (6%), Italia (5%), Gibuti (4%), Romania (2%). Resta un 5 per cento di quota ancora da determinare.

Il JCC monitora il viaggio di queste navi e può contattare i comandanti delle navi che deviano dal corridoio umanitario per consigliargli di seguire gli approdi prefissati. Il JCC fornisce anche informazioni pre-transito ai comandanti in entrata durante le ispezioni al porto di Istanbul. 

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Tag: ucraina - russia