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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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Cultura - Logistica

Trasporti e logistica tengono viva la geografia

La scienza della cartografia ha un po' sofferto le grandi categorie del Novecento. La tecnologia, i terminal portuali, i treni, le navi e i camion mostrano tutti i giorni la sua fondamentale capacità di creare valore

Particolare dell'Abruzzo Citeriore, dall'"Atlante Geografico del Regno di Napoli", di Giovanni Antonio Rizzi-Zannoni, 1812

di Fabrizio Borgogna

La geografia crea valore. Questo è tanto più vero nel nostro settore dei trasporti, che ad essa è inscindibilmente legata. La consapevolezza collettiva dell'importanza della geografia in passato era assai maggiore che oggi, poi il Novecento ha ridotto la "descrizione della terra" a mero nozionismo per i più, pur restando vitale, ad esempio, nella navigazione. Ci sono evidenti segnali però che grazie alle tecnologie IT la tendenza possa un'altra volta invertirsi e che sia possibile raggiungere oggi una nuova coscienza di massa della sua preziosità. Coscienza che deve tornare vigorosa anche nella pianificazione economica della portualità e dei trasporti dove, a tutti i livelli, deve essere sempre consapevolmente mantenuto il più fermo possibile l'"approccio geografico".

Il Capitano James Cook, uno dei più grandi navigatori di tutti i tempi, dal comando di piccole navi mercantili carboniere sul Tamigi si fece strada nella Royal Navy anche grazie alle sue doti di cartografo, avendo compiuto nel 1762 un eccellente rilevo delle coste di Terranova. Il mondo, all'epoca, non era ancora del tutto noto e le maggiori Istituzioni tenevano in alta considerazione le "doti geografiche", per completare la sua conoscenza e implementare nuovi commerci e nuovi guadagni.

Dopo la fine della grande era delle esplorazioni e il periodo dei conflitti mondiali, la geografia, che aveva nel frattempo costituito suo malgrado anche il pretesto di alcune decisioni miopi e atroci, sopravvive a stento ed è percepita massivamente soltanto come inutile nozionismo. Est e Ovest diventano concetti culturali, le latitudini si inclinano, la percezione comune è alterata dalle differenti presenze mediatiche delle nazioni, dalle proiezioni cartografiche più convenzionali, dalle sterili "carte politiche". Prende piede il termine geopolitica, per il cui uso, la maggior parte delle volte, il suffisso -geo iniziale potrebbe essere tranquillamente rimosso.

Fortunatamente chi lavora nei trasporti non si è mai potuto permettere questo triste lusso: la geografia decide la vita di marittimi, autisti, macchinisti, equipaggi aerei. Anche ogni buon impiegato dei trasporti la conosce bene e, se così non è all'inizio, è costretto poi a impararla. Così gli operativi delle compagnie di navigazione controllano che i consumi di carburante siano corrispondenti al migliaggio tra due porti e alle condizioni meteo sulla rotta; nell'autotrasporto i disponenti padroneggiano zipcodes degli stati di competenza; chi lavora nel ferroviario sa bene quanto influiscano le pendenze sul carico pagante. 

Soprattutto nel settore dei trasporti, e anche grazie alle nuove tecnologie disponibili, il processo che porta alla decisione di un investimento, sia esso infrastrutturale o di servizio, non può prescindere dall'informazione geografica. Si può ad esempio ignorare l'informazione geografica "fisica" nella descrizione del bacino di utenza di un terminale? Prescindere dall'informazione geografica "umana" nella descrizione delle caratteristiche di un mercato? E, andando ancora più in profondità, solo se si prende reale consapevolezza del perché un insediamento anche economico sia localizzato proprio in un determinato punto e non altrove se ne possono comprendere concretamente anche le sue effettive potenzialità future.

Mi piace immaginare che con lo scorso anno ci siamo lasciati definitivamente alle spalle anche lo scorso secolo e ora possiamo guardare al futuro liberi da "incrostazioni novecentesche", usando però ciò che di valido in passato era stato assai più diffuso, come l'approccio geografico. Certo oggi gli eredi di Cook sono i coloni della Stazione Spaziale Internazionale ma, fino a quando non arriveremo su Marte e oltre, commerci e trasporti hanno per noi luogo sul nostro pianeta e la più raffinata descrizione e interpretazione delle sue superfici e dei suoi punti costituirà sempre il sostanziale valore aggiunto su cui far leva per emergere.

Tag: economia