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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Trasloco depositi chimici a Sampierdarena, Grimaldi è contraria

L'armatore napoletano, che opera nel Terminal San Giorgio, sottolinea come anche lì si creeranno gli stessi problemi di sicurezza che in città. Inoltre, si limiterà l'operatività dei rotabili

Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del gruppo Grimaldi Euromed

«Non capisco dove sia il vantaggio. Portare al centro di un porto e una città depositi e traffici di prodotti chimici infiammabili a mio avviso potrebbe essere una scelta scellerata». Lo ha affermato all'Ansa l'amministratore delegato del gruppo Grimaldi Euromed, Emanuele Grimaldi, a proposito dello spostamento dei depositi chimici di Superba e Carmagnani, a Genova, nella zona di Sampierdarena, occupando zone dedicate alla movimentazione dei rotabili.

«Trovo – continua l'armatore, che opera proprio su quelle banchine - che sia contro gli interessi di tutti, della città, della sicurezza, delle grandi isole che sono servite dalle nostre navi attraverso il terminal San Giorgio». Grimaldi si riferisce alle "autostrade del mare", i fitti collegamenti marittimi per i mezzi pesanti e i passeggeri, «che permettono la continuità territoriale verso la Sicilia e la Sardegna, quindi di un interesse nazionale che meriterebbe attenzione, anche al di là di quella che meriterebbe un armatore italiano che opera con navi italiane e occupa 15 mila persone nel mondo. Solo attraverso il terminal di Genova sottraiamo ben 150 mila camion e 50 mila auto dalle autostrade a terra».

Il gruppo ha protestato scrivendo al ministero delle Infrastrutture, alla Capitaneria di porto di Genova e al Consiglio superiore dei lavori pubblici, esponendo una posizione non dissimile da quella di Alis. Secondo Trasportounito, invece (i trasportatori), il trasloco dei depositi dal centro città al porto non creerà particolari problemi.

«Lo spazio che oggi ospita le nostre navi - continua Grimaldi - è appena sufficiente, anzi, quando ho messo navi più grandi ho poi dovuto spostarle altrove proprio perché avevamo problemi di congestione. Ora levano altri 70 mila metri quadrati al terminal. Così facendo però non danneggiano solo il mio gruppo ma le autostrade del mare. Non ci possono dire che il problema non esiste. Servono prospettive e soluzioni». Questi depositi chimici, conclude, andrebbero messe «in sicurezza in zone lontane dai grandi traffici e dall'abitato».