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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Tirrenia, quanto costa l'occupazione?

Il presidente degli industriali di Palermo accusa la Regione Sicilia di danneggiare gli imprenditori siciliani con la partecipazione alla gara. Il segretario nazionale Uiltrasporti: "Lavoratori al buio e senza garanzie"


Di Tirrenia e delle sue tribolate vicissitudini si è tanto parlato in questi ultimi mesi. Ma poco si è discusso delle risorse economiche necessarie e dei rischi per l'occupazione. Ci hanno pensato a ricordarlo il presidente degli industriali di Palermo, Alessandro Albanese, e il segretario nazionale Uiltrasporti Claudio Tarlazzi.
«L'ingresso della Regione nella cordata per acquistare la Tirrenia è un insulto alle imprese siciliane» tuona Albanese. Secondo Albanese l'ingresso della Regione contraddice i principi «sbandierati dal presidente della Regione». «Raffaele Lombardo (presidente della Regione Sicilia ndr) parla tanto di tutela dell'autonomia e sviluppo della Sicilia – continua Albanese - poi però chiude accordi con imprenditori oltre lo Stretto a danno della Sicilia». Per Albanese «l'acquisto della Tirrenia comporta un accollo immediato di 670 milioni di debiti, e dopo i primi otto anni la stima è di svariati miliardi. Il patrimonio consiste invece in una flotta valutata 800 milioni, anche se la stima non risponde assolutamente al valore di mercato. L'operazione forse può servire solo per assumere altre tremila persone, come se avessimo bisogno di altro personale nei ranghi dell'amministrazione regionale».
Secondo Tarlazzi «assegnare o meno Tirrenia e Siremar a Mediterranea Holding non può essere una scelta di Fintecna basata esclusivamente sull'offerta finanziaria che, anche se è stata aumentata a 24 milioni di euro, è stata comunque definita "simbolica" dalla stesso amministrato delegato, Tomasos, ma dovrà tenere in debito conto anche della posizione dei lavoratori i quali non potranno esprimersi al buio e senza un preventivo confronto sulle garanzie occupazionali e salariali che verranno eventualmente loro fornite».