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02 maggio 2024, Aggiornato alle 17,44
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Smantellare! Cresce il business delle demolizioni

Nei primi nove mesi del 2012 la quota di navi rottamate ha già superato l'intero tonnellaggio dell'anno scorso. Le cause? Il continuo ingresso di nuove unità sul mercato e la costante pressione sui noli marittimi


Nei primi nove mesi del 2012 la quota di navi demolite ha superato l'intero tonnellaggio registrato l'anno scorso. Smantellare! E' questa la parola d'ordine degli armatori, che a fronte del continuo ingresso sul mercato di nuove unità, e con la crescente pressione sui noli marittimi, trovano sempre più conveniente la vendita delle navi vecchie. Certo i prezzi rimangono piuttosto bassi: tra i 350 e i 375 dollari a tonnellata in Bangladesh e India, ancora meno in Cina, secondo l'analisi di Clarkson pubblicata il mese scorso. E la corsa alla demolizione sta abbassando ulteriormente le tariffe. Mediamente, rileva Il Secolo XIX, una rinfusiera viene pagata 380-400 dollari a tonnellata, 395-410 dollari per le cisterne e 395-405 dollari per le portacontainer. Ancora più conveniente demolire in Turchia, dove sembra sia diretta la "Costa Allegra" per il suo ultimo viaggio, valutata meno di 10 milioni di euro. Nel Paese a cavallo tra Europa e Asia smantellare una rinfusiera costa dai 305 ai 310 dollari a tonnellata, 320-330 dollari per cisterne e portacontainer, mentre le navi passeggeri sono valutate a circa 400 euro a tonnellata. I prezzi in Cina si aggirano tra 290 e 305 dollari a tonnellata. Ma è nel Bangladesh che si rottama circa la metà di tutto il naviglio dismesso nel mondo. Ventisei unità nel primo semestre erano battenti bandiera europea. Su quelle spiagge dimenticate si lavora 24 ore su 24, in condizioni a dir poco precarie. Dall'inizio dell'anno nel paese confinante con l'India sono morti otto lavoratori, quindici hanno perso la vita nel 2011 e altri dodici nel 2010.