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19 aprile 2024, Aggiornato alle 13,17
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Skou (Maersk): "Finora la guerra commerciale Cina-USA ha aumentato le importazioni cinesi"

L'effetto combinato del caro-tariffe 2019 e la ripresa dell'economia americana hanno incrementato le spedizioni provenienti dalla Cina

Soren Skou

A quasi due anni dall'inizio del mandato, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non ha ancora mantenuto una delle promesse elettorali più impegnative, soppiantare le importazioni cinesi.

Secondo l'amministratore delegato di Ap Moller-Maersk, Soren Skou, al momento sta accadendo il contrario. Intervistato da Bloomberg, il capo del gruppo danese - che con Maersk Line trasporta circa un quinto dei prodotti trasportati via mare nel mondo - ha detto che nell'ultimo trimestre le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono cresciute tra il 5 e il 10 per cento, mentre le esportazioni statunitensi verso la Cina sono diminuite tra il 25 e il 30 per cento. «Uno sviluppo ironico», afferma Skou, «dopo che Trump ha aumentato il volume di produzione, gli Stati Uniti hanno solo aumentato ancora di più le loro importazioni dalla Cina».

Caro-tariffe 2019
Skou spiega che ci sono due ragioni dietro questo fenomeno. In primo luogo, l'economia americana sta andando bene, la disoccupazione è al minimo dal 2000; di conseguenza, i consumatori hanno più denaro da spendere per le importazioni. In secondo luogo, molte grandi aziende statunitensi si stanno accaparrando quante più importazioni cinesi possibili prima che entrino in vigore nuove tariffe, più care. Il rincaro per l'anno prossimo delle spedizioni marittime - di cui Informazioni Marittime ne ha parlato recentemente - ha accelerato sensibilmente il commercio marittimo sulla rotta pacifica in questa seconda metà dell'anno, più economica adesso che in futuro. Il rincaro - che ha fatto arrabbiare i caricatori - lo avvieranno certamente Maersk, Msc e Cma Cgm, tre compagnie che insieme occupano la gran maggioranza del mercato delle spedizioni marittime.

La Cina controlla le corporazioni più degli USA
Trump, secondo Skou, combatte una battaglia «asimmetrica» perché la Cina ha molto più potere di controllo degli USA sulle proprie corporazioni. «Trump non può dire a Nike, Wallmart e The Home Depot (grosso rivenditore di prodotti per la casa, ndr) che non possono importare dalla Cina. Continueranno a farlo e parallelamente lavoreranno sulle alternative, quindi potrebbero essere colpiti marginalmente. Di contro, in Cina, le società controllate dallo Stato non hanno bisogno di particolari segnali da Pechino per ridurre le loro importazioni dagli Stati Uniti».

La delocalizzazione non si ferma
Per di più, secondo il CEO di Maersk, la Cina, contrariamente agli USA, ha gioco più facile nel sostituire i prodotti statunitensi. «I grossi importatori statunitensi – spiega Skou – non stanno pensando di costruire nuove fabbriche negli USA, piuttosto prendono in considerazione l'acquisto di fabbriche in Vietnam, Bangladesh o India». Questo potrebbe lasciare a Trump poca scelta se non fare una nuova alleanza commerciale con la Cina. Cosa che, secondo Skou, «accadrà nei prossimi trimestri».

Qualunque sia l'esito di questa guerra commerciale, Maersk prevede che nel 2019 il commercio transpacifico sarà ridimensionato. «Ci sarà un prezzo da pagare – conclude – quello che pianifichiamo ora è di portare molta capacità il prossimo anno. Ci sarà un alto livello di accumulo dell'inventario che dovrà essere abbattuto, cosa che influenzerà i volumi».