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06 dicembre 2024, Aggiornato alle 11,54
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Shenzhen e Genova, porti 'sorelle'. I dettagli dell'accordo

Un sister agreement per sviluppare l'intermodalità, le tecnologie digitali e quelle verdi

L'accordo firmato a Monaco

a cura di Paolo Bosso

Il porto cinese di Shenzhen diventa la 'sorella' del porto italiano di Genova. Si chiama infatti sister agreement il nuovo accordo commerciale firmato mercoledì a Monaco, nel corso del Transport Logistic, tra il presidente dell'Autorità di sistema portuale della Liguria occidentale, Paolo Emilio Signorini, e il vicedirettore generale del Transport Bureau della municipalità di Shenzhen, Lou Heru.

Strade, binari, automazione ed energia pulita
Il quadro dell'accordo rientra nel bilaterale firmato tra il governo di Pechino e quello di Roma a fine marzo, rientranti nella belt and road initiative, con i porti italiani di Genova e Trieste in prima linea. Il premier Giuseppe Conte e il presidente della Repubblica cinese Xi Jinping hanno firmato un totale di 19 accordi istituzionali e 10 commerciali. Per Genova sono programmati investimenti infrastrutturali insieme a China Communications Construction Company (CCCC), principale gruppo edilizio della Cina, mentre con il porto di Shenzhen collaborerà in diversi campi. «Con Shenzhen – spiega Signorini - abbiamo diversi accordi di questo tipo. Siamo due porti gateway e abbiamo una grossa area industriale dietro i rispettivi porti. Condivideremo e studieremo opportunità e sfide, come la congestione del traffico e l'intermodalità». In altre parole, rafforzeranno i servizi marittimi tramite l'operatore Cosco; svilupperanno le tecnologie dell'automazione e quelle per la produzione di energia pulita; infine, rafforzeranno la diplomazia con visite reciproche di imprenditori. 

5G
Shenzhen ha incrementato lo stoccaggio e il trasporto di gas naturale liquefatto. Possiede cinque terminal LNG, con un movimento annuale di 13 milioni di tonnellate. Resta però un porto container: nel 2018 ha movimentato 25 milioni di teu. «Finora Shenzhen è stata un porto da cui venivano esportate le merci prodotte in Cina. Ora la maggior parte delle fabbriche sono sparite perché esternalizzate. Quindi non si tratta più solo di esportare ma anche di importare e Shenzhen sarebbe interessata a importare dall'Italia, ad esempio», spiega Yanze Dong, direttore per i porti e lo shipping del Transport Bureau di Shenzhen. Si potrà lavorare allo sviluppo della rete 5G, la rete internet di nuova generazione. «L'obiettivo – continua Dong - non è semplicemente far sì che le persone lavorino al carico e allo scarico della merce ma che tutto sia organizzato davanti a uno schermo. Spetta a ciascun porto se applicare il 5G o meno, in base alle loro esigenze, ma siamo qui per dimostrarne i benefici». 

Genova è il secondo porto italiano, dopo Taranto, con cui Shenzhen stringe un accordo commerciale (finora ha stretto accordi con 25 porti nel mondo). Stiamo parlando di una delle prime città dove la Cina ha iniziato ad applicare il modello economico liberale con un piano di industrializzazione lanciato da Deng Xiaoping nel 1980. Shenzhen è vicina alla zona economica speciale di Hong Kong e gode di una certa autonomia amministrativa.

Una BRI che non piace a tutti
L'ingresso dell'Italia della BRI è stata accolta con scetticismo sia da Bruxelles che da Washington. Gli Stati Uniti, in particolare, sono coinvolti in una guerra commerciale con la Cina e non incoraggiano i progetti che prevedono grossi investimenti in tecnologia e infrastrutture da parte del governo asiatico, come appunto la rete 5G di Huawei o le opere con CCCC, sostenendo che compromettono l'indipendenza e la sicurezza informatica di coloro che vi partecipano. Australia e Giappone hanno deciso di non sostenere la BRI, l'Italia invece è stato il primo dei paesi del G7 a farlo.

A testimiare l'accordo tra Signorini e Dong c'erano, insieme agli omologhi cinesi, Alessandro Pitto (presidente di Spediporto), Alberto Banchero (presidente di Assagenti), Gerardo Ghiliotto (presidente dell'Unione Utenti del Porto di Savona Vado) e David Van Eynde (General Manager di PSA Genova Pra').