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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Infrastrutture

Russia vara quarta rompighiaccio nucleare per la rotta artica

Rientra nel progetto decennale di Stato per aprire la northern sea route ai mercantili. Secondo Rosatom ce ne vorrebbero almeno sei operative per renderlo possibile

"Arktika", la prima rompighiaccio del progetto Progetto 22220

a cura di Paolo Bosso

Yakutia, terza rompighiaccio a propulsione nucleare della Russia, è stata varata oggi presso il cantiere navale di Baltiysky Zavod del gruppo di Stato United Shipbuilding Corporation.

Questa classe di rompighiaccio, il cui prezzo contrattuale si aggira sul miliardo di dollari cadauno, è pensata per aprire la strada artica alle navi mercantili. La costruzione di queste unità avviene infatti in un periodo storico di grande interesse per la navigazione mercantile artica, la northern sea route a uso commerciale. Rosatom, azienda pubblica russa attiva nel settore dell'energia nucleare, ha calcolato che per rendere la rotta navigabile nella sua interezza e in maniera continua servirebbero tra le sei e le sette rompighiaccio di questo tipo.

Yakutia rientra nel progetto 22220, una classe di rompighiaccio (LK-60Ja) di fabbricazione russa sviluppata negli anni Dieci (le prime carte del progetto risalgono agli anni Ottanta del Novecento) e iniziate a entrare in servizio nel 2020. Prima di Yakutia sono state varate Arktika, Sibir e Ural. La quarta, e ultima al momento, si chiamerà Chukotka, il cui varo è previsto nel 2024 con entrata in servizio nel 2026. Hanno una stazza di circa 33 mila tonnellate. Sono lunghe 173 metri e raggiungono una velocità media di 22 nodi in mare aperto con un'autonomia di 220 giorni. A bordo circa 50 persone di equipaggio.

Lo scafo è doppio e tra i due è posizionata la zavorra d'acqua che può essere spostata per facilitare le operazioni di rottura del ghiaccio, fino a pomparla fuori del tutto per ridurre il dislocamento a circa 25 mila tonnellate e il pescaggio da 10 a 8,5 metri. Può rompere banchise spesse fino a 3 metri (con una velocità continua tra gli 1,5 e i 2 nodi) grazie alla grande potenza dei reattori. La centrale nucleare di bordo è costituita da due reattori ad acqua pressurizzata di tipo RITM-200 con una potenza terminal di 175 MWt ciascuna, utilizzando come carburante uranio-235 arricchito. Ogni rifornimento basterebbe a tenerla operativa per sette anni mentre la longevità dei reattori è stata stabilita in quarant'anni. Dall'altro lato però il gran calore prodotto dai motori la costringe a navigare in acque fredde: non può superare i tropici.

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Tag: russia