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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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Politiche marittime

Riforma dei porti, Savona e Salerno fronte comune

Entrambe non vogliono essere accorpate e chiedono una sola Authority nazionale, o al massimo sei Autorità di sistema, invece  delle 14 in cantiere


Imprenditori, industriali e più in generale gli operatori portuali degli scali di Savona e Salerno fanno fronte comune per protestare contro il previsto accorpamento dei due scali nella riforma dei porti in cantiere. C'è bisogno di una sola Authority nazionale della logistica e della portualità, oppure soltanto di sei "Autorità di sistema" (nord est, nord ovest, sud est, sud ovest, Sicilia, Sardegna), invece delle quattordici progettate. Nessuna delle due soluzioni è stata prospettata dal ministero dei Trasporti, una pessima notizia per i due scali.

La proposta di fare una sola autorithy nazionale o sei sistemi logistici arriva da una lettera indirizzata al premier Matteo Renzi, al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, ai governatori Vincenzo De Luca (Campania) e Giovanni Toti (Liguria) ed è firmata dalle associazioni di categoria del porto di Salerno e di quelle di Savona. Due porti, a detta degli scriventi, «tra i più vitali d'Italia» che non meritano di essere declassati ad ancella delle città portuali capoluogo. La lettera riflette i contenuti dell'attività degli imprenditori portuali di Salerno dell'ultimo mese, conclusa qualche settimana fa con l'audizione dell'imprenditore salernitano Agostino Gallozzi alla Regione Campania. Secondo Savona e Salerno gli accorpamenti sono una strategia di semplificazione che c'entra poco con la pianificazione strategica, con la crescita. I porti crescono, spiegano, se si lasciano autonomi gli scali che fanno traffico, che sono in crescita. Accorparli significa strozzare queste ambizioni. Savona e Salerno, secondo gli interessati, sono porti che esportano la ricchezza del territorio. La fusione istituzionale con Genova e Napoli porterà necessariamente alla soppressione di questo virtuosismo commerciale e logistico.

• nomina dei presidenti delle autorità portuali
• iper-burocratizzazione
• paralisi dei dragaggi
• scarsa progettazione e impiego di finanze europee
• scarsa integrazione intermodale
• servizi tecnico-nautici

Secondo gli operatori savonesi e salernitani questi sei punti deboli possono risolversi subito, «con un semplice intervento di "manutenzione" alla legge 84/94, senza attendere i tempi di una più complessa legge di riforma, con immediati effetti benefici e risolutivi per la portualità del paese».