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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Porto di Napoli, gli operatori: "Traffico container separato è un problema"

Nonostante l'apertura del secondo varco a Levante, la viabilità dei mezzi pesanti resta in affanno. La Guardia di Finanza fa fatica a seguire un flusso indiscriminato di traffico, da qui la separazione tra pieni e vuoti

Il varco Sant'Erasmo del porto di Napoli (googlemap)

di Paolo Bosso

«Abbiamo avviato una sperimentazione che era il massimo che si poteva raggiungere come punto di equilibrio tra tutte le parti. Valuteremo poi nelle prossime settimane come si svilupperanno le condizioni operative». Con questa precisazione, il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale, Pietro Spirito, commenta la lettera con cui oggi la Fai-Conftrasporto chiede all'authority il ritorno a una relativa normalità della circolazione interna al porto di Napoli, senza alternare container pieni e vuoti ma creando un unico flusso. «Il nostro Porto non può permettersi congestioni di traffico, né operatori pubblici che lavorano "part time", soprattutto in questo periodo in cui è necessario investire il proprio impegno per garantire il rilancio del sistema paese», scrive Ciro Russo, segretario della Fai.

La separazione dei flussi è una decisione pratica: gli operatori riferiscono che è la Guardia di Finanza ad andare in difficoltà nel momento in cui deve controllare un unico traffico indiscriminato, per via della mancanza di personale sufficiente.

Da lunedì al porto capoluogo della Campania è operativo un secondo varco, quello di Sant'Erasmo, dopo una chiusura durata più di un anno per via dei lavori comunali esterni e di quelli portuali interni. «Due varchi sono il minimo per operare», spiega Russo, «anche l'orario continuato è imprescindibile. Il problema è che i flussi ora sono separati, metà giornata i container pieni, metà giornata i vuoti. Così siamo punto e a capo, lavoriamo a mezzo servizio perché è come avere un solo varco aperto a fasi alterne». L'altro varco, infatti, quello del Bausan, è aperto alla circolazione generale. Autostrade del mare, mezzi di servizio, veicoli autorizzati, quindi in teoria ce ne vorrebbe un terzo, così da affiancare al Sant'Erasmo un altro gate per i mezzi pesanti. Ma qui si cozza con i limiti strutturali del porto, non facilmente risolvibili.

Un flusso unico, senza separazione tra pieni e vuoti, è «assolutamente condivisibile» anche per Ermanno Giamberini, presidente Accsea/Confetra Campania. «L'attuale dispositivo – continua - limita molto l'operatività e gli effetti di un'iniziativa sicuramente positiva. D'altronde anche il presidente Spirito n'è consapevole ma non può fare molto. Il tema allora diventa di carattere più generale: puó la carenza di personale condizionare in maniera tanto negativa le operazioni del cluster? In questi anni, confrontandomi con i colleghi delle associazioni degli altri porti, mi sono reso conto che in altri posti c'è una maggiore capacità di interpretare l'istituzione come "al servizio del cittadino", all'interno della cornice dei doveri. Io credo che questa sia una battaglia da portare avanti al fianco delle stesse istituzioni coinvolte se l'obiettivo è la semplificazione e la modernizzazione dei processi».

In conclusione, Russo osserva che «c'è grande disponibilità a risolvere le istanze, da parte di tutte le autorità, il problema è che non si riesce, poi, ad attuare misure efficaci fino alla fine».

Tag: napoli - container