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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Politiche marittime

Porto di Napoli, dal 2016 lo zolfo è al largo

Ordinanza Capitaneria-Authority. Dal primo gennaio i motori ausiliari delle navi in arrivo dovranno essere alimentati con bunker senza zolfo già a due miglia dalla costa


Anche al porto di Napoli arrivano gli effetti delle nuove regole sulle emissioni navali introdotte quest'anno dall'International Maritime Organization (Imo). Dal primo gennaio 2016 lo scalo obbligherà le navi in sosta a cambiare in anticipo il combustibile ecologico utilizzato per i motori ausiliari (quelli che alimentano la nave quando si trova ferma in banchina): non più dopo l'attracco ma già al largo, fuori dallo scalo, a due miglia dell'imboccatura.
 
Sono i contenuti di un'ordinanza firmata il 22 dicembre dal comandante della Capitaneria partenopea Arturo Faraone e dal commissario dell'Autorità portuale Antonio Basile. Dal primo gennaio 2016, «nel porto di Napoli è fatto obbligo – si legge – che la procedura del cambio di combustibile relativa agli apparati ausiliari che saranno tenuti in moto durante tutta la sosta della nave all'ormeggio in banchina avvenga almeno a due miglia dall'imboccatura del porto e non dopo l'ormeggio». L'autorità marittima si riserva di effettuare controlli a campione, a spese dell'armatore, sia da parte di funzionari del porto che da quelli di altri scali di destinazione della nave.
 
Il combustibile da adoperare deve avere un tenore di zolfo non superiore allo 0,1%. L'obbligo di adoperare questa qualità di bunker era già in vigore al porto di Napoli dal 2010, sulla base di regolamentazioni internazionali introdotte gradualmente dall'Imo e che porteranno nel tempo ad abbattere sempre più le emissioni di zolfo e anidride carbonica in aree ad alto traffico navale come il Nord Europa, l'America del Nord   e il Mediterraneo.
Tag: ambiente - zolfo - porti