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10 maggio 2025, Aggiornato alle 07,48
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Infrastrutture

Porti, quanto è politica la nomina di un presidente

Umberto Masucci ha scritto al Corriere del Mezzogiorno portando alla ribalta l'isolamento di un mondo che dialoga con difficoltà sia con sé stesso che con la città


di Paolo Bosso
 
La nomina del presidente dell'Autorità portuale italiana porta all'estremo, e all'essenziale, tutti i giochi di potere dietro la politica. Non è una nomina "politica" in senso stretto, perché non c'è campagna elettorale, non ci sono primarie e non ci sono partiti, ma soprattutto non ci sono elettori. Non c'è un'elezione ma una nomina, non ci sono voti ma indicazioni. I "partiti" sono i tre enti che insieme fanno la produttività industriale e politica di una regione e ciascuno indica il loro presidente dell'Authority: sono Camera di Commercio, Comune e Provincia. C'è poi la Regione che fa la funzione di un elettorato: sceglie uno dei tre candidati. Infine, il ministero dei Trasporti interviene come un presidente della Repubblica: ratifica la nomina datagli dalla Regione. 
Questo sistema nasce nel 1994 e da allora non è cambiato. Funziona. Il porto non è una città, non è abitato, non ha cittadini ma lavoratori. Il governatore di questo mondo, appunto il presidente dell'Autorità portuale, è l'amministratore di un demanio popolato da aziende private e pubbliche. 
Funziona...siamo sicuri? Un sistema siffatto ha il vantaggio di essere autosufficiente, ma soprattutto efficace, e visto che stiamo parlando di un luogo che ha finalità commerciali e non sociali (ma anche su questo ci sarebbe da discutere) l'imperativo dell'efficienza viene prima di tutto.
Così abbiamo una bilancia a volte equilibrata e a volte no. Da un lato c'è il fattore "efficienza", dall'altro un elemento che in tempi di competitività non giova a nessuno: l'isolamento. È quello di cui il mondo portuale, spesso con retorica opportunista, si è sempre lamentato. Ed è proprio quello di cui si è lamentato ieri il presidente del Propeller Club Umberto Masucci, personaggio di grande spessore del mondo marittimo di Napoli che da Fonasba a Ecasba, passando per Federagenti e Assoagenti, ha ricoperto tutte le cariche possibili nella rappresentanza degli agenti marittimi. Masucci ha scritto ieri al direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco denunciando l'isolamento del porto [alla fine dell'articolo la trovate per intero].
C'è indifferenza sul porto, scrive Masucci. All'indomani dell'indicazione dei quattro candidati alla presidenza dell'Authority del porto di Napoli, «sembra quasi che anche noi imprenditori e operatori del porto saremmo disposti passivamente ad accettare che una nomina così importante per l'economia della città (Masucci sottolinea i cinquemila occupati diretti e il miliardo di fatturato dell'"azienda-porto" ndr) debba restare nelle stanze segrete della politica e dei partiti». A questa indifferenza si aggiunge anche il rischio di uno stallo dovuto alle ormai imminenti elezioni politiche, quelle vere, che rischiano di far slittare la nomina del presidente dell'Autorità portuale di Napoli (il mandato dell'attuale Luciano Dassatti scadrà il 4 febbraio). Insomma pare che il problema sia politico, nel senso che ce n'è troppa. Ma non avevamo appena detto che ce n'era troppo poca nel porto? Si, troppa poca politica vera, troppa politica fatta di "stanze segrete". Da qui l'idea, lanciata da Masucci nella lettera al Corriere, di organizzare un incontro pubblico alla Stazione Marittima di Napoli tra gli operatori e i quattro candidati alla presidenza Riccardo Villari, Dario Scalella, Domenico Picone e Luigi Bobbio (l'Authority di Napoli gestisce anche il porto di Castellammare di Stabia, così anche il sindaco di quest'ultima città si è candidato, in polemica con il sindaco di Napoli). Un evento che è stato erroneamente chiamato "primarie", ma le "primarie" ci sono già state (Camera di Commercio, Provincia e Comune, alla stregua di partiti, hanno già scelto i candidati alla presidenza). Ciò non toglie però che l'incontro, che si terrà il 14 gennaio alle 17.30, è un evento nuovo per il porto campano, unico, con precedenti in Italia solo in un paio di porti, Genova e Savona (ma forse qualcun altro mi sfugge). Se poi all'incontro parteciperà anche il sindaco Luigi De Magistris, l'evento sarà nuovo anche per la città.
 
La lettera di Umberto Masucci al Corriere del Mezzogiorno:
 
Caro direttore,
la procedura di nomina del presidente di un porto è certamente complessa e parte dalla richiesta del ministro delle Infrastrutture agli enti locali (Comune, Provincia, Camera di Commercio) di indicazione di una terna di candidati. Candidati scelti tra esperti di massima qualificazione professionale nei settori dell'economia dei trasporti e portuale: il ministro, una volta ricevuta la terna sceglie uno dei candidati e lo sottopone al presidente della Regione per la necessaria intesa. In caso di mancata intesa la legge prevede una procedura supplementare «guidata» dal presidente della Regione. 
Ho seguito le vicende di nomina di molte autorità portuali e purtroppo spesso le nomine sono state fatte più sulla base di equilibri politici o peggio ancora partitici (a te il presidente, a me il segretario generale) piuttosto che su quei criteri di professionalità ed efficienza dettati dalla legge 84/94.
Ma veniamo al porto di Napoli (prima azienda della città con quasi un miliardo di fatturato e oltre cinquemila occupati diretti): il 4 febbraio scade l'attuale mandato del presidente Dassatti e fino a ottobre 2012 la procedura di nomina era ancora al palo, nel senso che da Roma non erano partite le richieste di designazione agli enti locali preposti, a Napoli quattro, vista la competenza territoriale dell'Autorità portuale di Napoli anche su Castellammare (e quindi Comune di Napoli e Castellammare, Provincia e Camera di Commercio di Napoli).
Finalmente a inizio novembre sono arrivate le richieste del ministro e i quattro enti hanno indicato a inizio dicembre quattro differenti candidati (Luigi Bobbio, ex sindaco indicato dal Comune di Castellammare, Domenico Picone ex comandante del porto di Napoli indicato dalla Camera di Commercio, Dario Scalella manager e presidente di Napoli Servizi indicato dal Comune di Napoli e il senatore Riccardo Villari indicato dalla Provincia di Napoli).
Nel frattempo è passato un mese dalle designazioni e non abbiamo nessuna notizia né sulla scelta del ministro tra i quattro nomi, né su possibili intese con la Regione Campania.
Ma è proprio la Regione che ha interesse a una definizione veloce e positiva della «partita» per dare attuazione pratica al grande progetto del porto di Napoli (oltre 300 milioni di euro che potranno rivoluzionare in senso positivo il nostro scalo, attivati con forza e determinazione dal presidente Caldoro).
Notizie ufficiali non ne trapelano, da un mese non ho più letto niente sull'argomento, alcuni sussurrano che il ministro Passera voglia passare la questione al prossimo governo.
In questo quadro generale noto però con rammarico una indifferenza generale e sembra quasi che anche noi imprenditori e operatori del porto saremmo disposti passivamente ad accettare che una nomina così importante per l'economia della città debba restare nelle segrete stanze della politica e dei partiti.
Ho pensato a quanto avvenuto in altri porti italiani, a Genova in occasione dell'ultima nomina hanno fatto una sorta di «primarie» con una seduta pubblica degli aspiranti candidati, a Savona di fronte alla bocciatura da parte del presidente della Regione di un candidato stimato da tutti, gli operatori hanno nella scorsa estate protestato vivacemente e alla fine «ottenuto» un nome tra loro condiviso.
Qui a Napoli sembra invece che prevalga una apatia di istituzioni e imprenditori disposti ad accettare quanto ci verrà «imposto», nella speranza forse che il candidato prescelto sia alla fine più amico nostro che di altri, senza pensare che un buon presidente farà bene per il porto e quindi per tutti.
A questa logica ci ribelliamo e, come Propeller Club di Napoli (Associazione di cui fanno parte le massime personalità dello shipping partenopeo), invitiamo i quattro candidati presidenti a un dibattito pubblico lunedì' 14 gennaio in Stazione Marittima: chiederemo ai candidati presidenti di illustrarci il proprio background, le ragioni per cui hanno accettato la candidatura alla massima carica della più importante «impresa» della città e i propri programmi per il futuro del porto. Mi auguro che intervengano tutti, ci attiveremo anche affinché il ministro Passera e il presidente Caldoro prendano una decisione in tempi brevi.