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Politiche marittime

Porti, per Salvini la riforma passa per il commissariamento

Il governo vorrebbe attuarla entro il 2024, con una fase di "accompagnamento" che non piace ai sindacati. Il ministro: "Le sovrintendenze non devono rallentare la spesa"

Il ministero alle Infrastrutture, Matteo Salvini, all'assemblea Confitarma, Roma, 27 ottobre 2023 (AGENZIA ITALIA NEWS/youtube)

Dal palco dell'assemblea di Confitarma, tenutasi venerdì scorso a Roma, il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, lancia ufficialmente i lavori per una riforma dei porti italiani da attuare entro il 2024, otto anni dopo l'ultima, quella del 2016, che ha razionalizzato la governance portuale accorpando le decine di autorità portuali italiane in 16 (con successivi correttivi) autorità di sistema portuale. 

Nel corso del suo discorso all'assemblea dell'associazione armatoriale, Salvini ha detto che per permettere la transizione alla nuova governance sarà necessario commissariare le autorità di sistema portuale. «Edoardo [Rixi, viceministro alle Inftrastrutture] sta lavorando a una riforma dei porti», ha detto Salvini. «Ci siamo dati come obiettivo che diventi norma entro il 2024. Questo prevederà immagino un "accompagnamento" con un commissariamento delle autorità portuali». 

Un altro fattore a cui guarderà la riforma è il rapporto tra le autorità di sistema portuale e le soprintendenze, affinché queste ultime «aiutino - continua Salvini - a spendere bene i soldi e non siano uno strumento che rallenta la spesa. Le autorità portuali hanno milioni di euro di risorse che non riescono ad investire per richieste quantomeno bizzarre, che con la compatibilità ambientale hanno poco a che fare».

Non è ancora chiaro in cosa consisterà questa riforma. L'obiettivo del governo è quello di semplificare ulteriormente la governance alleggerendola dalla burocrazia e dando maggiore "autonomia" alle autorità di sistema portuale, che sono un ente pubblico non-economico e, ipoteticamente, potrebbero essere trasformati in enti pubblici economici, oppure in società per azioni a controllo pubblico, come per esempio le Ferrovie dello Stato. «Io sono un assoluto sostenitore dell'autonomia - ha concluso Salvini - però all'interno di una cornice unica, di un disegno unico. Sono ancora troppe le risorse che non riusciamo a spendere per gli intoppi della burocrazia, anche se non faccio di tutta l'erba un fascio».

L'ipotesi di un commissariamento delle autorità di sistema portuale nei prossimi mesi non è piaciuta ai sindacati. «Si rischia di gettare nel caos il settore della portualità italiana», commenta in una nota la Filt-Cgil. Per il sindacato i lavori dei prossimi mesi sulla riforma «si calano dentro uno scenario particolarmente delicato sotto diversi punti di vista, non ultimo l'imminente apertura del tavolo di rinnovo del contratto nazionale di lavoro di categoria e mettono a repentaglio gli investimenti in atto, soprattutto quelli legati al Piano Nazionale di Ripresa e resilienza [PNRR]». Restano inoltre aperte, sottolinea il sindacato, tre istanze nel mondo del lavoro portuale: l'assenza dei decreti attuativi sul fondo di accompagno all'esodo, il divieto di autoproduzione e la mancanza di interventi sulla questione della salute e sicurezza.

Anche per il segretario generale di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, il commissariamento è controproducente e bloccherebbe il bloccare «il sistema di pianificazione e investimenti del settore, proprio in un momento come questo in cui è fondamentale portare a termine i progetti avviati con il PNRR». Per Tarlazzi le autorità di sistema vdevono mantenere «la loro natura pubblicistica, in un quadro di regole che tuteli il lavoro portuale e lo sviluppo equilibrato delle aziende. È necessario che si sviluppi una vision di sistema paese nella quale il ministero delle Infrastrutture svolga un ruolo di pianificazione, indirizzo e controllo affinchè non si realizzino posizioni dominanti che possano pregiudicare lo sviluppo del sistema portuale italiano nel suo complesso».

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