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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Logistica

Porti, Merlo: "Entro due mesi la nomina dei presidenti"

Tra pochi giorni la pronuncia del Consiglio di stato sullo Sblocca Italia, poi i pareri del Parlamento, infine entro giugno il decreto legislativo del CdM di riforma dei porti. Il consulente di Delrio incontra il Propeller di Napoli e visita il porto


di Paolo Bosso 
 
Entro fine giugno ci sarà la riforma dei porti e la nomina dei presidenti delle autorità portuali, sia di quelle commissariate sia di quelle che hanno ancora un presidente in carica (attualmente sono otto, di cui cinque in scadenza quest'anno). Lo ha garantito Luigi Merlo, consulente del ministero dei Trasporti, nel corso di una visita al porto di Napoli organizzata dal Propeller Club partenopeo presieduto da Umberto Masucci.

La tempistica, garantisce Merlo, sarà la seguente: a giorni il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla legittimità dell'articolo 29 dello "Sblocca Italia" - quello del "Piano strategico nazionale della portualità e della logistica" varato dal Consiglio dei ministri a settembre del 2014 e dichiarato incostituzionale dalla Consulta a dicembre dell'anno scorso. Dopo la pronuncia del Consiglio, data favorevolmente per scontata, il Piano, inclusa la riforma dei porti varata in CdM a gennaio scorso, andrà alle Commissioni Trasporti di Camera e Senato per il parere non vincolante. «Avranno sessanta giorni di tempo per emettere il parere, dopodiché il Consiglio dei ministri potrà varare il decreto legislativo che creerà le Autorità di sistema e ripristinerà la governance nei porti», conferma Merlo.

15 Autorità di sistema che accorpano 23 autorità portuali.  Riforma delle concessioni (articolo 18 della legge 84/94, pagina 36 di questo documento), del Comitato portuale e dei Piani regolatori portuali, che avranno bisogno  della sola Vas (Valutazione ambientale strategica), senza Via (Valutazione d'impatto ambientale) che servirà solo sulle singole opere. Lo sportello unico doganale dovrà invece essere approvato successivamente. Le autorità portuali che vorranno godere di autonomia - prorogabile per un massimo di 36 mesi (tre anni) come stabilito da un emendamento dell'ultima Conferenza Stato-Regioni - dovranno farne richiesta dopo l'entrata in vigore della riforma. Anche per loro la nomina del presidente seguirà il nuovo iter semplificato della riforma (intesa Regione-ministero dei Trasporti senza coinvolgere gli enti locali). Godranno di autonomia amministrativa ma con delle limitazioni. Per esempio, spiega Merlo, non potranno usufruire dei fondi europei del core transport network, quello dei nove corridoi. In Campania, per esempio, sarà l'Autorità portuale di sistema a ottenerli e a gestirli. «Mi domando, però, se questa proroga possa vanificare la razionalità della riforma», afferma Masucci. È ancora presto per scoprire chi farà richiesta della proroga. Il porto di Salerno potrebbe essere uno dei primi, «ma forse anche l'unico», secondo Merlo.

Una riforma fatta a suon di decreti che rappresentano, secondo Merlo, «l'intervento del governo a fronte di nove anni di discussioni infinite in Parlamento», a cui si aggiungono altri anni di dibattiti, consulenze e riunioni. «Dal 2002 al 2014 si sono susseguite audizioni su audizioni per parlare sempre delle stesse cose. Da un paio d'anni a questa parte c'è stata un'accelerata: Piano della logistica con lo "Sblocca Italia", legge delega a Madia l'anno scorso e decreto ministeriale di riforma dei porti quest'anno. Mi pare manchi ora solo il ripristino della governance nei porti, che a questo punto dovrebbe arrivare presto», conclude Masucci.
 
Immagine in alto, da sinistra: Arturo Faraone, direttore marittimo della Campania, Masucci, Merlo e il commissario dell'Autorità portuale di Napoli Antonio Basile