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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Politiche marittime

Più lavoro e tecnologia, marittimi in sciopero il 24 luglio

Le segreterie di settore di Cgil, Cisl e Uil annunciano un'astensione generale in tutti i settori del trasporto. Si chiede la riforma del collocamento, la clausola sociale nelle concessioni e la messa in rete dei datori di lavoro

(maintenanceandcure.com)

Uno sciopero nazionale per "svegliare" il governo e «richiamarlo alle sue responsabilità», visto che finora «ha scelto di non aprire alcun confronto strutturato con il sindacato dei trasporti». Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti annunciano per il 24 luglio uno sciopero generale: locale, ferroviario, merci, logistica, marittimo, portuale, aereo, autostradale. Finanche i taxi e l'autonoleggio. 

Alla base, «criticità non risolte dei vari segmenti del settore». Per quanto riguarda il mondo marittimo, i sindacati hanno individuato quattro vertenze: 

• rinnovo del Contratto nazionale di categoria (Ccnl) e dei certificati internazionali (con relativa formazione e figure professionali)
• riforma del "collocamento della gente di mare" 
• inserimento della clausola sociale nell'assegnazione delle concessioni marittime
• classificazione del lavoratore marittimo come usurante, godendo quindi di determinate agevolazioni con la pensione anticipata.

Ccnl marittimi
«Va smosso il lassismo burocratico e il susseguirsi di norme tecniche troppo stringenti in particolare per quelle relative allo svolgimento dell'attività lavorativa degli ufficiali di coperta e di macchina con l'istituzione dei corsi obbligatori», scrivono le tre sigle sindacali in una nota.

Formazione
Deve essere a carico del datore di lavoro, dell'armatore, «in quanto funzionale soprattutto agli obblighi previsti dalla normativa per la sicurezza della navigazione». Mancano percorsi scolastici per le nuove figure previste dalla "Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi (STCW)", come nel caso electron technical officer.

Clausola sociale nelle concessioni
Si chiede al ministero dei Trasporti di inserire la clausola sociale nelle concessioni marittime, a protezione del personale, cosìcché possa essere garantito il posto di lavoro in caso di cambio di gestore in un terminal portuale, per esempio.

Certificati internazionali
«Fin dal 2016 – scrivono - abbiamo esposto al ministero (dei Trasporti, ndr) le nostre perplessità, avvertendo che la scadenza dei certificati richiesti per lo svolgimento dell'attività marittima avrebbe provocato problemi soprattutto ai marittimi italiani, a causa dei ritardi con cui è stata adeguata la legislazione italiana». Dal 2010, anno dell'entrata in vigore di alcune nuove regole di certificazione, il settore ha atteso fino a marzo 2016 per avere dallo Stato italiano le indicazioni sulla formazione richiesta. «C'è bisogno – conclude la nota - di stare al passo con gli altri Paesi della comunità europea nel recepimento delle norme provenienti dagli organismi internazionali. I contenuti vanno applicati in maniere tempestiva e senza ulteriori vincoli legislativi che limitano fortemente l'operatività».

Riforma del Collocamento della gente di mare
Si chiede l'emanazione dei decreti attuativi di disciplina del Collocamento della gente di mare, riformato con dpr 231/2016. Dovrebbe sopperire alla di dati in tempo reale dei marittimi sbarcati o di quelli in cerca della prima occupazione. Il Collocamento attuale, attualmente gestito dalle Capitanerie di porto, «non risulta più rispondente alle esigenze del mercato marittimo ed ha urgente bisogno di essere riformato». Il reclutamento è «obsoleto», basato sulla "chiamata" delle Capitanerie senza utilizzare sistemi informatici condivisi. La riforma dovrebbe istitituire un'anagrafe nazionale aggiornata in tempo reale con i certificazioni in possesso. Dovrebbe lavorare insieme al sistema Unimare del ministero del Lavoro (che dal 2008 ha messo online i datori di lavoro marittimi), consentendo di avere a disposizione una banca dati con il personale disponibile all'imbarco. I sindacati spiegano che senza un censimento aggiornato è impossibile sapere quanti disoccupati ci sono nel settore marittimo. La riforma del collocamento e l'integrazione con Unimare «permetterebbe un sostanziale incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro orientando, di fatto, anche la programmazione degli istituti scolastici sulla base delle reali esigenze formative di mercato».

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